Questo lavoro nasce principalmente da rabbia (per non essere all’altezza dello strumento), frustrazione (per non poter competere con i grandi artisti del passato) e voglia di spingersi oltre i limiti imposti dal mezzo (per curiosità e per quella forza che ci permette d’infrangere ogni barriera e pregiudizio). Sentimenti che per me sono alla base dell’arte contemporanea e che porteranno inevitabilmente ad uscire dagli schemi; a volte anche allontanandosi dall’obbiettivo principale dell’arte intrapresa. Questo mi ha portato alla distruzione della fotografia stessa a favore della nascita di qualcosa che io spudoratamente giudico pseudo arte visiva Il concetto chiave è un chiaro attacco alla fotografia d’oggi, sempre più attenta ed affine al fotoritocco, che per quanto mi riguardo altro non fa se non plastificare la foto, renderla omogenea alla massa e priva di dettagli ed imperfezioni estetiche; ovviamente approvo il fotoritocco, ma solamente in quanto fine a sé stesso, ovvero come arte digitale (e non fotografia).