vincenzo lopardo
Artista, Ascoli Piceno, Italia, iscritto 17 anni fa
Ho conosciuto i lavori di Vincenzo Lopardo, ormai più di 15 anni fa, in una sua mostra di piccole opere esposta nei locali degli studenti alla Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno.
Io ero una giovane studentessa di Architettura, la vista di quel lavoro mi colpì molto, le sue dimensioni ridotte … c’era un autoritratto … mi trasmise una certa leggerezza, ma anche la potenza feroce di trasferire un’ idea, un’ emozione, congelare un momento preciso in un segno, fissare in una figura … Vincenzo ne era capace.
In un'altra occasione mi capitò di vedere un suo trittico, un lavoro più grande, tre tele in cui una figura su uno sfondo blu, si muoveva, roteava su se stessa, come quando da bambini si viene rimproverati di star fermi ma si continua a giocare e allora ci si muove su se stessi, da soli nello spazio più ristretto e prossimo … beh quasi si riusciva a percepire il rumore di quel movimento.
Dopo diversi anni ritrovai esposti altri suoi lavori, altri supporti su cui dipingere, oggetti, cose trovate, tavole di legno, superfici metalliche … riconosco Vincenzo ma è cresciuto … questo mi fece piacere e mi ripromisi di andare a vedere il suo studio … sono passati quasi due anni e qualche settimana fa ricevo inaspettatamente per il mio compleanno un suo quadro … qualcuno accanto a me si è ricordato di quell’intento. Le dimensioni sono quadrate, colori accessi che si sovrappongono, uno sfondo azzurro , due macchie sovrapposte rosse-violacee, un fusto che si dirama giallo … Vincenzo è cambiato, riconosco i suoi colori ma la sua attenzione si è al momento spostata … cerco e vedo che si sta occupando di una serie di pitture dedicate al paesaggio, più tardi scopro che la tela è l’astrazione di un albero.
Lo chiamo per capire di più e lo invito a partecipare ad un seminario alla Scuola di Architettura su Progetto e Paesaggio, in questo momento insegno Architettura del Paesaggio.
Vincenzo mi dirà che lui non ama parlare dei suoi quadri ma che preferisce dipingere … mi basta che ci sia una finestra da cui poter vedere e da cui posso recuperare degli elementi da scomporre nelle forme … posso fare un’azione pittorica.
Accetto.
Al seminario sono molte le figure che intervengono a rappresentare la interdisciplinarietà della materia Paesaggio, un ecologo, un geologo, un fotografo, un architetto, un sociologo ect … il lavoro di Vincenzo Lopardo, forse non è neanche consapevole della portata culturale e intellettuale di tale parola, che tra l’altro l’arte stessa ha contribuito a costruire nella storia … ma l’istinto del suo processo creativo non è poi così lontano … si rincorrono dei temi.
A sottolineare l’attualità del suo avanzare c’è la continua attività di selezione di cose ed elementi a cui attribuire un valore. C’è la ricerca delle forme stabili, come investigazione di un principio che persiste inesauribilmente, ciò che rimane nonostante tutto … c’è uno sguardo schizofrenico che cerca il dettaglio scomponendo pezzi ma che poi ritorna ai sistemi complessi, alle relazioni, alla visione d’ insieme.
Vincenzo è davanti alla tela con uno sfondo giallo, la finestra è vicina, aperta … si isola con grande calma, il suo sguardo è tagliente … inizia, un gesto deciso … sembra un grande intestino … aspetta tempi di asciugatura, avanza per sovrapposizioni, riscritture … continua la sua azione mentre il seminario va avanti … dissezionando elementi più piccoli compone dei frammenti, delle parti … da quella finestra la vista è scorciata, non si vede un gran che, l’elemento più forte sono degli alberi che costeggiano il viale … nella astrazione di quel paesaggio forse Vincenzo sembra aver selezionato proprio quel grande stomaco verde capace di ingoiare tutto e che in questo periodo primaverile restituisce una dimensione tran scalare, una grande massa vegetale, ancora non del tutto esplosa, in cui si distinguono beni i singoli elementi che la compongono, foglie, baccelli e germogli.
Ci si accosta al paesaggio con animi diversi, per riporvi significati differenti , Vincenzo Lopardo lo fa per scoprirvi la potenza primitiva, evolutiva ed infinita dei suoi elementi naturali.
di Sara Cipolletti
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