L'accensione di un lume e la sua contemplazione sono azioni originarie nello sviluppo dell'umanità, e come tali congiungono su uno stesso livello il reale e il simbolico. Per esempio illuminare è disperdere il buio, cioè rendere possibile la vista ma anche progredire in coscienza. Oppure la verticalità della fiamma, fenomeno fisico noto e insieme immagine d'elevazione verso un'entità superiore.
L'artista, che ha tra le sue costanti l'attenzione verso la materia e le sue trasformazioni, in questo caso sceglie come elemento fondamentale la cera: le candele che per millenni hanno rappresentato la soluzione contro l'oscurità, oltre che uno strumento rituale di culture distanti.
Appunto un'installazione di candele accese e da accendere, nello spazio espositivo e nel luogo religioso – è prevista l'azione diretta del pubblico – con la sua forza estetica diviene stimolo a interrogarsi sulle possibilità espressive del sacro, sui luoghi eletti dell'arte e sulle tipologie di rapporto che possiamo instaurare con essa.
Si tratta insieme di un'analisi e di una celebrazione della spiritualità e dell'opera d'arte: elementi diversi ma accomunati dalla facoltà di avvicinare l'uomo a un'essenza divina.




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