Biografia
MICHELE BREMBILLA scrive sulla MG.P di SERJ
Struttura (o immagine) è una costruzione particolarmente resistente, è l'idea artistica non riconducibile a un referente esterno, ossia non riducibile a un rapporto di corrispondenza tra segno e cosa, come tipicamente accade nel linguaggio. Per questo l'opera la evolve, così come il comportamento animale varia nei millenni e l'anatomia con esso: senza un'origine, senza progetto, senza un fine definito, senza un alfabeto che contenga già in sé tutte le combinazioni del possibile. L'autonomia artistica, che non è mai fulminea intuizione, sarà dunque la sopravvivenza dell'idea artistica grazie a un lavoro duro e costante, nella forza e direzione di un metodo.
[...] L' Mg.p, Macchina Geniale per la Produzione, non è uno scritto programmatico in un senso proprio, sbaglieremmo a farne un ricettacolo di istruzioni pratiche o di dichiarazioni teoriche; essa è un'immagine [...] Pare che la sospensione coinvolga lo statuto stesso del reale; è in definitiva sulla realizzazione di una realtà artistica – metodo artistico che crea un'autonomia rispetto la realtà comunemente intesa – che va posto il problema. Viene così presentato un processo, il quale, come sempre accade in arte, non può che essere incarnato, ma che interessa unicamente per quello che è il suo procedere. “Processo del procedere”, andiamo a fondo in questa non facile dimostrazione, senza deviare in vie di fuga, parlando ad esempio del tema dell'insetto o della questione della morte, l'Mg.p ci offre spunti affascinanti ma non ne approfitteremo, anche a costo di finire con lo scimmiottare la sua essenza tautologica. La questione più seria, forse l'unica davvero non raggirabile riguarda la sua posizione in merito alla realtà: essa è una macchina simulatoria. La simulazione dissolve l'ordine della rappresentazione, costituisce l'unica possibilità di invenzione artistica, perché abolito è ogni referente esterno o originario, solo restando sul piano delle superficii il metodo realizza la sua autonomia.



