Biografia

Videoinstallazione eco

Un cubo aperto, due schermi a specchio contrapposti, il pavimento del cubo riflettente. Immagini di movimenti speculari, interpretate da un uomo e da una donna.I ruoli si invertono, i piani si sfalsano. Il limite spaziale e il limite dell'inconscio.Il dubbio nel non capire cosa sia riflesso e cosa no. Cosa sia segno e cosa immagine.Lo specchio utilizzato come soglia che marca i confini tra immaginario e simbolico.
L'immagine antecedente diventa relativa dell'immagine conseguente.
E' su uno schermo, è altrettanto uguale e diverso sull'altro.
In una controllata commistione di riferimenti e rimandi, l'uomo e la donna vengono proiettati ciascuno su un proprio schermo, si incontrano apparentemente solo negli schermi che riflettono la loro immagine, mai nella proiezione. Il cubo aperto rimanda ad una lontananza oggettiva, ad una effettiva impossibilita' di un incontro reale, ad un'assenza di centro che coinvolga, a due solitudini che vivono solo ai bordi del cubo e che si incontrano unicamente nelle parti specchianti di esso.
All'interno di questi intrecci si schiudono brevi diaframmi narrativi, bambini che giocano in un cortile, un letto su cui cade una pioggia gelata, una strada di notte carica di memoria.

La musica originale si fa dialogo, entra e passa da uno schermo all'altro, suggerendo, come fosse un'eco, un altro indizio speculativo.
Si pone in gioco come ulteriore piano semantico, allusivo o ingannatore, in cui i materiali sonori utilizzeranno le diverse possibilità offerte dalla manipolazione e spazializzazione del suono per sfondare i limiti fisici degli schermi.
La morfologia stessa del materiale musicale sfrutterà le possibili aspettative createsi contestualmente allo sviluppo del materiale stesso. Cadenze armoniche risolte o ingannate, tensioni melodiche ora assecondate ora disattese, ritmi che possono cedere o meno alla loro naturale accentuazione diventeranno elementi sintattici atti ad arricchire il gioco e il senso delle riflessioni, degli stessi echi reali.

Con questo progetto produttivo, AGON, Stalkervideo e TILT -istituzioni milanesi di lungo corso, riferimenti per la creatività artistica contemporanea legata rispettivamente alla musica, al video, alla danza - uniscono esperienze, competenze e sensibilità con l'intento di creare una nuova forma di rappresentazione multidiscinare dove l'integrazione fra le arti sia espressione del cammino comune e condiviso dell'Arte Contemporanea.