Biografia
La fabbrica degli idoli
Paolo Figar in modo esplicito prende spunto da immagini del passato e ciò nonostante le sue sculture sono attualissime. Donatello e i suoi seguaci immortalavano i grandi uomini della Firenze del quattrocento nelle loro fisionomie risolute, simbolo della dignità dell’uomo. Figar, seguendo con un suo stile singolare quell’ormai irraggiungibile esempio, oggi raffigura invece piccoli uomini del nostro tempo come se fossero sorpresi dal flash di una spietata fotografia, ovvero come vorrebbero essere o in realtà sono. All’eroismo rinascimentale del San Giorgio, alla severa gravità del Gattamelata, paradossalmente e ironicamente egli ora contrappone la sciatta nudità del bagnante domenicale, il volto esaltato del giovane da discoteca, gli occhi elettrizzati della donna in carriera, lo sguardo attonito o imbambolato di chi partecipa al turbinio della vita senza volere in realtà porsi molti interrogativi. Un’umanità nuova, di eroi per caso, vede fissata la propria immagine nelle sculture di Figar. Un’umanità probabilmente colpevole di indifferenza e di egoismo; ma forse anche un po’ incolpevole, sopraffatta com’é dagli impetuosi assalti di contraddittori messaggi massmediatici che nessuno ormai può dominare servendosi solo delle antiche virtù.
Angelo Bertani



