Biografia
_GaiaMacchina: l’origine del nome ha avuto inizio con la prima esposizione personale dell’artista denominata appunto: “La Gaia Macchina”. “Macchina” va inteso come macchinario, meccanismo, e dunque evoluzione. Mentre “Gaia” oltre ad essere il nome dell’artista racchiude in se diversi significati che danno forza ad una coscienza trascendente.
L’artista è concentrata a sviluppare un proprio percorso tematico relativo ad una ricerca interiore. Descrive questo suo mondo parallelo con concetti matematici, alchemici: droidi vestiti di metallo. Il fine è quello di descrivere il suo processo evolutivo della “meccanica dell’anima”.
_ Storia: Nella prima fase iniziata nel 1999, ancora liceale , l’artista si è concentrata sui disegni di “macchine inutili” ancor prima di conoscere quelle di Bruno Munari, ma avendo già chiarissima la lezione dadaista. Inizia a frequentare l’accademia di Carrara suscitando subito l’interesse dei professori tra cui il maestro Omar Galliani che la incoraggia e finalmente una galleria genovese la accoglie nelle sue sale facendola esporre con grandi artisti. Ecco l’esigenza di far emergere il talento iniziando a definire la specifica componente “cibernetica” che l’accompagna tutt’oggi. Nel mentre ha partecipato a importanti esposizioni ed eventi rilevanti: Flash Arte Show Bologna, arte Fiera di Novegro, Arte Fiera di Parma. I suoi video d’arte sono stati proiettati anche all’estero come NewYork al Micro Museum nel Kentuky, a Mosca e in Lituania. È comparsa nelle pagine di Pagine Bianche Liguria notata da Luca Beatrice e per questo motivo è stata chiamata a partecipare ad un’esposizione in Brasile che vedeva protagonisti 30 artisti brasiliani e 30 genovesi tra cui Lele Luzzati e Renzo Piano. Malgrado abbia già esposto in galleria con artisti del calibro di De Paris, Gilardi, Karin Andersen, Fanny & Alexander, Barbara la Ragione al momento l’artista non è rappresentata da nessuna galleria, ma ha comunque partecipato ad un’esposizione nella prestigiosa via Margutta dopo essere stata notata proprio dalla figlia di Novella Parigini, l’artista che emblema del periodo della Dolce Vita.



