Biografia
Il Tempo esiste da quando un meccanismo, l’orologio, ne attesta l’esistenza.
Il mondo dipende sempre più da questo Tempo e questo Tempo è sempre più unificato.
Un unico gigantesco orologio sovrasta il mondo e lo domina, pervade tutto: nel suo tribunale non esiste appello. L’unificazione del tempo a livello mondiale segna una vittoria per l’efficiente macchina sociale, un universalismo che elimina con determinazione l’individualità.
“Perché si lavora? Certo per produrre cose e servizi utili alla società umana, ma anche, e soprattutto, per accrescere i bisogni dell’uomo, cioè per ridurre al minimo le ore in cui è più facile che si presenti a noi questo odiato fantasma del tempo. Accrescendo i bisogni inutili, si tiene l’uomo occupato anche quando egli suppone di essere libero. “Passare il tempo” dinanzi al video o assistendo a una partita di calcio non è veramente un ozio, è uno svago, ossia un modo di divagare dal pericoloso mostro, di allontanarsene. Ammazzare il tempo non si può senza riempirlo di occupazioni che colmino quel vuoto. E poiché pochi sono gli uomini capaci di guardare con fermo ciglio in quel vuoto, ecco la necessità sociale di fare qualcosa, anche se questo qualcosa serve appena ad anestetizzare la vaga apprensione che quel vuoto si ripresenti in voi”.
Vivo e lavoro nel vuoto, tutte le mie opere sono postume, si realizzeranno dopo la mia morte, e nell’attesa che l’opera giunga a compimento. Il mio tempo trascorre, in un continuum di azioni “rituali”, nel tentativo di trascenderlo creo tracce di esso.



