Biografia
Francesca Maranetto Gay, ha vinto nel 2005 il premio “Io espongo” organizzato dall’Associazione Culturale Azimut ed inaugurato il nuovo spazio espositivo dell’Associazione, in piazza Palazzo di Città a Torino, con una personale corredata da catalogo lo scorso dicembre. Tra le collettive, si citano “WWW. Work Window Wonder” presso l’Archivio Storico Italgas di Torino, “L’immagine reincantata” alla Fusion Art Gallery, il Premio DAMS a Bologna, la seconda edizione della BAM – Biennale d’Arte Moderna e Contemporanea del Piemonte presso Villa Giulia a Verbania, la rassegna “Videodialoghi” al Centre Culturel Francais di Torino.
Il mezzo digitale come strumento espressivo conosce un momento felice ed intenso, inficiato però dall’indulgenza che molti concedono nei riguardi di prodotti stereotipati legati ad un vetero minimalismo concettuale, assai stucchevole.
Francesca Maranetto Gay utilizza il video, la musica e la tecnologia digitale per realizzare immagini in movimento o fissate nei frames dove protagonisti sono la dimensione interiore ed il trascendente nell’accezione del dialogo con l’altro da sé o della contemplazione del paesaggio nel suo scorrere e divenire. L’autrice utilizza le tecnologie digitali con una originale vena lirica ed una intensità narrativa dove il ritmo visivo si abbina a sonorità da lei stessa elaborate, con un risultato formale egualmente apprezzabile sia nella dimensione estesa del video che in quella del singolo fotogramma traslato su supporti bidimensionali. Tema di questa personale la capacità dell’artista di penetrare la realtà per trarne riposti significati, coglibili solo tramite la limpidezza della propria dimensione interiore secondo un moto circolare che cattura l’oggetto esterno per coglierne l’essenza intelligibile, per capire come ogni immagine risenta della possibilità di molteplici interpretazioni, come dimorasse in universi paralleli. La contemplazione dell’artista non è statica ma in movimento, l’azione, l’agire come regola di vita è fondamentale per lei, nei suoi video assistiamo a dei viaggi transreali con una partenza ed un arrivo ed in mezzo un turbinio di sensazioni.
Edoardo Di Mauro


