Afasie
Il generoso consiglio del docente intendeva risparmiare a noi studenti la morsa dell'afasia di fronte alle ieratiche immagini bizantine, di cui parlare rinunciando ad aggettivi che richiamavano (a detta del prof.) lo storico dell'arte Roberto Longhi (eppure se non sbaglio Longhi era stato docente di Pasolini al Dams e non mi sembra avesse fatto danno).
Sta di fatto che nulla ormai poteva opporsi alla necessità di imparare a parlare dell'opera, prima di passare a qualsiasi altro livello di lettura. Il tempo passava, le strade bolognesi le stavo imparando e la traduzione di Perec del San Girolamo di Antonello da Messina, si prestava a diventare il banco di prova di fotografia, arte bizantina e quant'altro suscitasse la mia ostentazione di afasia. Nella speranza di ritrovare nella candida concretezza di corpi la perfezione delle forme avevo deciso di affidarmi ad una sessione di nudo fotografico in una fredda Verona, forse un paio di anni prima di ritrovarmi nello studio del Santo. Qualsiasi logica spazio - temporale era ormai irrimediabilmente perduta.
Nel dispiegarsi immutabile di ogni evento, la fotografia, ancilla di ogni accadimento, parziale narratrice e testimone del passato, fa a patti con il flusso delle cose. Accanto ai nudi scultorei raggiunti con fatica, uno squarcio di qualcos'altro. Credo che la maggior parte dei visitatori di questa pagina preferirebbero vedere un nudo. Questa ne è pur sempre una parte.






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