L'Amore

L'Amore

Pittura, Amore, Acrilico, 70x100cm
L’AMORE - Acrilico su tela tela- cm. 70x100.
Da un angusto ambiente scuro, dai colori macabri emergono due figure umane dalle quali spicca il colore pallido del viso maschile e il viola del braccio sinistro che, a ventosa come i tentacoli di un polpo, avvolge il collo di lei. Non è un abbraccio consolatorio, amorevole, ma sinistro, freddo, stretto nella morsa delle labbra serrate. E’ un abbraccio che avvinghia e pulsa di possesso egoistico, che culmina nella mano poggiata sulla testa della donna, a simboleggiare la figura maschile dominatrice e devastante e il costante desiderio di potere del maschio sulla donna, che mostra i suoi artigli pronti a ghermire la povera vittima. Un essere dalle connotazioni quasi demoniache. La fusione dei corpi come metafora dell’unione passionale ed erotica trova slancio nella gamba di lei protesa verso l’alto, sfiorante il viso di lui quasi a racchiuderlo in quell’amore che si nutre del mare della sofferenza, come il fiore di loto nel fango. Sulla sinistra i girasoli nel vaso forniscono un senso di leggerezza e al contempo, incarnano quella precarietà che questa storia amorosa anela. Le pennellate di giallo danno luce solo ai girasoli, testimoni di un amplesso ormai morente, di una fusione ormai gelida, fredda, angosciante. La figura maschile appare statica, ma l’estensione dell’arto superiore suggerisce un abbraccio per stringere una spira soffocante. La figura femminile, di contro, si presenta altera, sicura di sé; il collo è lungo, elegante; lo sguardo è profondo, dolce, sereno; il turchese degli orecchini racchiude la sua femminilità ed accompagna quel vezzo delle labbra che accennano ad un sorriso, rendendo l’intera espressione ironica. E’ una donna sfinge, enigmatica, misteriosa, che attrae, seduce e respinge; che guarda verso lo spettatore con un sorriso irriverente, come in un teatro che diventa preda di gesti che svelano il desiderio perverso di abbandono totale nelle mani dell’uomo arpia e la furbizia di una maschera consapevole. E’ raffigurata senza capelli al fine di rompere quell’immaginario simbolico della donna vampiro, ribaltandolo proprio con l’assenza di quei capelli simbolo tipico del vampirismo, per sottolineare l’esistenza dell’uomo vampiro e quindi, mettere a nudo la realtà sociale di un maschilismo sempre più crescente. “Nulla è cambiato”, ma Airin si presenta con la certezza che un giorno l’incontro uomo/donna sarà l’espressione di un ritrovarsi nell’accettazione delle proprie diversità.

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