Ninfa, paesaggi con gigure assenti

Ninfa, paesaggi con gigure assenti

Pittura, Paesaggio, Acrilico, 130x200x10cm
Il tratto incisivo di Patrizio Marafini non sta, tanto (come pure è stato già notato), nell’adeguare il segno alla parola. L’ut pictura poësis vale, appunto, per i poeti, gli artisti del testo verbale. Invece l’artista delle linee, dei colori e delle forme risultanti osserva i testi così come indaga la 'natura': con gli occhi della mente e del cuore, prima che con quelli dell’umana fisiologia.
Non diversamente, in poesia, aveva fatto Giovanni Pascoli, come in 'Myricae' e, soprattutto, in quel magico componimento che è "Il bosco", dove, accanto a funghi e alberi e aure appaiono e scompaiono le 'ninfe' e i 'fauni':

O vecchio bosco pieno d'albatrelli,
che sai di funghi e spiri la malìa,
cui tutto io già scampanellare udìa
di cicale invisibili e d'uccelli:
in te vivono i fauni ridarelli
ch'hanno le sussurranti aure in balìa;
vive la ninfa, e i passi lenti spia,
bionda tra le interrotte ombre i capelli.
Di ninfe albeggia in mezzo alla ramaglia
or sì or no, che se il desìo le vinca,
l'occhio alcuna ne attinge, e il sol le bacia.
Dileguano; e pur viva è la boscaglia,
viva sempre ne' fior della pervinca
e nelle grandi ciocche dell'acacia.

Patrizio Marafini interpreta Ninfa, costruzione ripetuta della 'natura', rivestendola di significati non adusi. E, così, altrettanto, riveste incisivamente le costruzioni umane riconducendole al paesaggio psicofisico (come, ad es., nella bella immagine del 'Palazzo del Governo').
Il risultato è l’aggiunta di senso che la 'pictura' dà, insieme e in gara con la
poësis. Molto si deve, in questo trasferimento delle immagini tra codici espressivi contigui, al mezzo tecnico sapientemente manipolato dall'Artista. Le linee dell'incisione esprimono il modo esplosivo centrifugo, dis-tendono le forme, per cui il riquadro naturalistico iniziale viene de-formato per con-formarsi allo sguardo emozionato dell'operatore.
Marafini, a modo suo, si sente giusto erede dell'impressionismo pittorico, ma tende ineludibilmente al superamento dell'assolutezza ideologica della maniera ottocentesca, consapevole delle mutazioni genetiche dell’ arte novecentesca, formale e informale.
Tra incisione e dipinto non c’è, in Marafini, soluzione di continuità. Così come tra poësis e pictura.
Sicché si può intendere complementare all'arte visiva di Patrizio Marafini quella del suo sodale poeta Leone D'Ambrosio, nella comune attenzione alle visioni poetiche verbali di Philippe Jaccottet, novello pascoliano lettore di Ninfa, in cui ogni artista ritrova natura e storia, cultura e arte non periture.

Rino Caputo
Studioso critico di letteratura e arte

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