Ora, la cima di un albero spoglio.
Una rappresentazione pittorica sospesa tra astrazione e figurazione in cui il dinamismo della pennellata gestuale si unisce ad elementi realistici di rigore grafico.
Si tratta di superfici in cui si confondono pieni e vuoti, linee strutturali e trame multiple, prospettive ambigue, visioni aperte e frammentarie della realtà; una messa in scena che ci porta ad interpretare il nostro tempo indagandolo e cercando di comprenderne i meccanismi, le novità e le contraddizioni.
Il paesaggio instabile e tanto modificato dall'intervento umano si fa così metafora della precarietà esistenziale del soggetto contemporaneo che avverte una sensazione di inconscia fragilità, di impotenza e di vulnerabilità, continuando a non curarsi delle forme che condizionano i suoi comportamenti e la sua identità.







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