Corrotto/Corretto
In questo progetto fotografico ho preso in considerazione i nuovi errori prodotti in un’era digitale ed elettronica, dovuti a un problema tecnico e che si manifestano nei files corrotti.
Qualche tempo fa, in seguito a una “errata” cancellazione di alcune fotografie da una memory card, ne ho tentato il recupero attraverso un software che mi ha consentito di salvare soltanto alcuni dei dati contenuti nel file immagini; questo ha dunque permesso il recupero di una immagine che non contiene tutte le sue informazioni complete. Il problema di decodifica e di recupero di tutte le informazioni dei file fotografici ha portato all’inaspettata “nascita” di una nuova immagine fotografica, caratterizzata dai resti dell’immagine originale, dalla presenza nella fotografia di bande dove sono assenti le informazioni del file, da una scomposizione generale dell’immagine e da una alterazione nei cromatismi.
Le fotografie recuperate presentano dunque una nuova forma, una costruzione imprevista dell’immagine che la rende unica, perché possiede un errore tutto suo e suo soltanto, ma soprattutto non replicabile intenzionalmente.
Le fotografie corrotte rappresentano i nuovi lapsus dell’era tecnologica e digitale, una manipolazione accidentale e assolutamente fortuita.
Ma affinché l’errore possa contribuire maggiormente a una riflessione sull’immagine fotografica, ho pensato di investigare l’errore stesso interagendo con esso.
Ho quindi deciso di provare a correggerlo abolendo, cancellandole, le bande nelle quali è assente l’informazione dell’immagine, e mantenendo invece tutte quelle dove possiamo riconoscere i resti del soggetto dell’immagine. Ho inoltre riallineato tutte le bande che erano state disallineate dal danneggiamento del file, tentando di ricostruire l’immagine originale.
Questo ovviamente non è un obiettivo completamente raggiungibile, in quanto l’immagine resta, in ogni caso, irrimediabilmente mutata nel cromatismo e nella scomposizione in bande. L’immagine ricavata ha dato, ancora una volta, una nuova vita alla fotografia originale, forse arricchito il senso sulla possibile manipolazione di una immagine digitale e sulla sua esistenza come insieme di pixel, di bit, di algoritmi.
Delle sette immagini presentate, tre di queste mostrano le fasi di manipolazione accidentale e intenzionale operate su una fotografia, due di queste mostrano una foto corrotta e la relativa correzione, le ultime due sono file corrotti non corretti, lasciando all’immaginazione dello spettatore la possibile lettura dell’immagine.











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