nell’evento creativo.L’artista è dotato, per Platone, di un privilegio divino, in quanto si nutre dell’ispirazione dona-tagli dalla Musa che lo possiede e tramite la propria competenza tecnica comunica i contenu-ti ricevuti attraverso la forma che gli è confidata.77 Mentre dunque il filosofo conosce il Verograzie ad una ricerca di tipo attivo, il musicista-poeta si limita a ricevere ed esprimere passiva-mente le rivelazioni celesti.Anche gli interpreti, in particolare i cantanti, devono sottoporsi ad una paideia musicaleapprofondita.Questi nostri cantori che noi ora invitiamo al canto, e in certo modo costringiamo perchécantino volentieri, devono aver ricevuto, direi, un’educazione fino a tanto che ciascuno diloro possa seguire la cadenza dei ritmi e le note della musica, affinché esaminando le armo-nie e i ritmi sappiano scegliere quelli che sono convenienti e che si addice siano eseguiti allaloro età e nelle loro condizioni, e cantino così, e nell’atto di cantare siano anche subito lietidi innocenti piaceri e divengano guida ai piú giovani verso il giusto amore degli onesti costu-mi: se educati così avrebbero acquistato un’educazione piú accurata di quella che spetta allamassa, anche agli stessi poeti.78Per facilitare la comprensione delle opere musicali, determinante si rivela il giudizio criticodegli esperti, guida particolarmente preziosa in un periodo storico caratterizzato dalla deca-denza del gusto. Le innovazioni introdotte dai compositori e dai virtuosi, infatti, hanno distor-to nell’ascoltatore il senso dell’ordine, la solidità dei parametri estetici e dei punti di riferi-mento critici. L’arroganza della teatrocrazia, che giudica da sé senza averne la necessaria com-petenza,79 va arginata innanzitutto aumentando la formazione musicale del pubblico, fino adallora limitata alla conoscenza dei soli rudimenti teorici.80Allo scopo di ampliare la cultura musicale degli ascoltatori, Platone propone di diffondere laconoscenza e l’ascolto del repertorio tradizionale, baluardo contro l’ignoranza e modello diriferimento per il raffinamento del gusto. La bellezza, infatti, non può presentarsi sotto formediverse, poiché le idee eterne si esprimono solo attraverso prototipi artistici assoluti e unici.Per potere cogliere la struttura del mondo portata alla luce dalla musica,81 è necessario rein-trodurre la sacralità all’interno delle manifestazioni artistiche, come avveniva ai tempi diSolone, e rieducare il pubblico all’umiltà e al confronto, a quel silenzio timoroso, cioè, di fron-te a chi è davvero competente.Il critico musicale sa giudicare un’opera confrontandola con un modello ideale che solo luiconosce davvero a fondo (a conferma che la coscienza musicale estetica non esiste al di fuoridella scienza musicale), ed esprime un giudizio che si rivela essere ad un tempo musicale, intel-lettuale e morale. A questa aristocrazia di esteti
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celeste,




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