Padre e figli il gioco si ripete
Ungaretti racconta la storia di questa poesia:
IL PORTO SEPOLTO. Mariano il 29 giugno 1916.
Vi arriva il poeta/ E poi torna alla luce con i suoi canti/ E li disperde/Di questa poesia/ Mi resta/ Quel nulla/ Di inesauribile segreto.
E dice,
«Verso i sedici anni, ho conosciuto due giovani ingegneri francesi i fratelli Thuile, Jean e Hanri Thuile. Mi parlavano di un porto, sommerso, che doveva precedere l’epoca tolemaica, provando che Alessandria era già un porto già prima d’Alessandro, che già prima di Alessandro era una città. Il titolo del mio primo libro deriva da quel porto: Il porto sepolto».
Ed ancora dice: «Il porto sepolto è ciò che di segreto rimane in noi, indecifrabile»
Non poteva che sorgere in me, (quello che è in foto, io) da ragazzo, con uno strano ed uguale sentimento l’idea di -porto emerso, - di fare della mia vita quindi una indecifrabile “emersione” un segreto canto. E trovo in mio figlio, ora a nove anni, nella differenza, una capacita complessa e passionale nel vivere le cose, il mondo. Straordinaria combinazione. Apparenti differenze.





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