I teatranti sono fuori dal teatro -Pinturicchio-
Ci sono autori che sperimentiamo inconsapevolmente. Ci sono autori che sono stati fonte segreta d’ispirazione. Intimamente ne rimane riconoscenza, franca gratitudine. E’ impossibile comprendere quanto di questi uomini noi siamo fatti. Distratti davanti all’opera rimaniamo affascinati ma impossibilitati con razionalità a comprendere. Le formali indicazioni dell’autore nascondono e svelano al contempo, non una semplice illustrazione ma la capacità di mettere in opera, l’opera stessa. Questa “si sta facendo da sola”. Essa stessa è composta di magnificenze che ne indicano il semplice percorso. Non vi sono differenze, non esistono le arti, così come le intendiamo. -Ancora non esiste l’austera e sterile idea “dell’artista”. - Non vi sono differenze ideali costruite, né grandiosità da difendere. Il valore si misura da se, secondo la riconosciuta abilità composta di uomini che si stanno facendo per mezzo delle arti. Il Pinturicchio “irragionevolmente” è chiamato massimo illustratore, ma in vero e segretamente ne siamo consapevoli, se qualcosa illustra è l’arte nella minuta conoscenza dell’uomo e non viceversa. Qualcosa d’irraggiungibile da concepire. Raffaello, l’amico devoto ne comprende profondamente il significato e la fa sua storia consapevole.
Nella foto la “cappella bella” è chiusa da un sipario oltre che da vetrate. Il sipario è il ridicolo della sovraintendenza, si continua a “teatralizzare”… l’idiozia degli eventi.








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