estate
Le “fanciulle” in su negli anni, l’atteggiarsi di queste a eterne ragazze è riprovevole a misura, si conviene che il mondo è fatto di carne, tempo, mutevolezza, succhi gastrici, sudore, agenti corruttori (il sole e l’aria per esempio…), ecc…. Vi è una precisa e fantastica arte che insiste su questo come la carne esposta in putrefazione, simbolo della vita o le famose performance autolesioniste-masochiste degli anni settanta ottanta -il corpo in mostra- furbamente, per furbe coincidenze commerciali, con proseliti cioè “altre” vere ragazzine che confondono l’IO dal Se, fanno di una coincidente un dichiarante, (senza capirne nulla). In realtà di queste performance ed a caduta tutti i generi oramai infiniti sull’esporsi corpo-arte è solo anti- gravità, letteralmente contro il peso, una deteritorializzazione (alla Deleuze) un anti gravità con tutti i significanti del caso, faccio solo come esempio.. contro l’idolo questo e verticale piantato in terra caduto con forza sovraumana ecc, (in questa contro gravità si nasconde ancora il voler essere bambine, non a caso si percepisce il senso del guardarsi ecc.) Ma ritorniamo alla donna manifestatamente fanciullesca: l’atteggiarsi ideale. L’uomo porta il peso, la donna la leggerezza. In questo luogo comune si nasconde l’ipocrisia, la menzogna, ma per questo è interessante la possibile via di fuga che concede. Nel luogo comune nell’immagine ottocentesca è, invero, la proiezione della sofferenza femminile: la leggerezza confino, atroce. In quell’epoca questa era la pesantezza del vivere della donna. Il ridicolo invece è essere fuori tempo, ragazze non piu’ ragazze, signore di mezza età traslocate nel medesimo centro. Generalmente è gente buona, dolce, d’indole piacevole con una sorte di vendicativo sapore innocuo, scherzoso giocoso, ma la colpa è nel rimanere legati ad un territorio, non spostarsi da questo, (fino nel midollo) subendone il fascino e la terribile caducità falsificatrice dell’eternità: l’immobilismo. Prendendone tutti i pregi ed i difetti s’intende. Ci potrebbe essere in poesia un poeta come Sbarbaro o Montale senza una donna cosi che l’abbiano in qualche misura preservati dalla corruzione del tempo? E’ interessante percepirne i significati profondi, non gli atteggiamenti.
Nella foto donna-ragazza alle prese con il grande dilemma esistenziale, mi tuffo o scendo dalla scaletta?




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p.s. TUFFATI!
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