Giano
Finisce che l’uomo “cattivo” ha ragione (chi ferma i fantasmi, gli eventi e li cristallizza). Generalmente è chi ha ragione da subito (l’intuitivo ad esempio percepisce la realtà nella sua essenza simbolica di evento). Egli distoglie l’idealità dal concepito. La fantasia, non esplicitamente e meramente nevrotica ma quella connaturata al luogo, è formata dalla parola (segreta- parola-immagine-) e solo questa ha valore. Il pensiero (filosofia) è in istanza. E’ vascello che dirigerà secondo l’ordine dato dalla parola. Questa percorrerà tutte le superfici della realtà (poesia). Questa è l’inevitabile macchinario sistemico (puo’ divenire tanto segreta quanto impronunciabile nella sua dinamicità, come il Dio inscrivibile ebraico). Via via scivolerà oltre la centralità geografica, oltre il suo centro di nascita. In un movimento centrifugo verso le periferie (animus latino). La Francia, la Spagna, la Germania (e con essa l’Inghilterra). Se si osserva da questo punto di divenire la letteratura europea (la filosofia), si scopre il dinamizzante (tanto lo si scopre quanto si banalizza poi). L’esiliato cerca di comprenderne il significato del suo esilio del suo errare narrativo.
L’uomo cattivo naturalmente non è mai sola entità fisica, egli è semmai un insieme di forze che si manifestano e che ne sono l’origine. L’Uomo cattivo è chi si presta, il portatore. Chi incrina la superfice, fino magari a spezzarla. Nella foto un vecchio uomo cattivo centripeto che sta finendo il suo corso, altri (e complessi) giungono a grandi passi
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