Il rumore del silenzio

Il corpo della donna ritorna a parlare, ritorna a farsi portavoce di ansie, aspirazioni e sensazioni, come nei più rinomati esempi della pittura di tutti i tempi. Un morbido e bellissimo nudo è sagomato nell’oscurità dalla quale cerca di sollevarsi, avvolto in drappo di violento rosso. Immobilismo e azione, riconoscimento e negazione. Opposti che si interfacciano in un una sola anima. Non è quella di donna, ma quella di artista. Il corpo seminudo presta il suo volto coperto alla voce non ascoltata degli artisti nella quotidianità odierna, si copre gli occhi sconfortato nel dolore di voce muta, ma trova la forza nella sua arte, fa perno sul braccio e inizia a rialzarsi, recuperando lentamente le vitalità che gli è stata succhiata via. Con una perizia tecnica da maestro del colore, la Belviso incarna la fatica di farsi sentire, di far cadere l’attenzione su ciò che parla attraverso forme, segni e colori, che, proprio in virtù del suo essere permanente, resta, non vola invano. La voce dell’artista, nella ferocia del panneggio rosso, rompe gli argini del silenzio e si leva alta, facendosi spazio nelle vesti di Donna.