Isole (Seychelles)
Al mercato il banco del pesce è lunghissimo, le “reti” sono piene. Il “montaggio”, lo scorrere del tempo è morte. Non è forzatura poetica, è morte. Ma è morte insopportabile, inutile, tutta questa quantità, tutti questi pesci verranno buttati, non esiste altro che l’inutilità.
L’eternità, il continuo miracolo le “reti” sono piene, è una forma di follia, abbondanza ma non consumo.
Forse un modo di stare vicino alla Terra, cercarla, è ubriacarsi. Bere è cercare di ritrovare il senso dell’esilio interiore. Yasujiro Ozu è un incorreggibile alcolista, egli beve e si lamenta di non poter bere, di non potersi ubriacare come invece vorrebbe. Mette la macchina da presa quasi in terra e filma.
I ricchi patrizi romani, intingono l’anello nel vino, un anello che è di quarzo, un ametista. Prima di bere per non cadere preda degli spiriti, per cadere in terra liberi e ubriachi, immergono l’ametista.
Goethe conosce l’Italia, la conosce da subito da adolescente, nell’anticamera, nel salone nelle stanze della casa paterna ci sono dipinti, plastici, ricalchi di statue in gesso, persino una enorme gondola veneziana, legge il diario di viaggio di suo padre, conosce l’Italia dai racconti paterni. In memoria di Goethe, e per la sua passione mineralogica, gli viene dedicato un minerale con il suo nome. La parola quarzo è di origine tedesca. Queste isole di granito sono un enorme “anello” di quarzo e il mare non è che lontananza, negazione, ma questa è un’altra storia.





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