L'arte di Enzo Pirozzi
Con questo numero si conclude la rassegna dedicata all'arte del pittore Enzo Pirozzi, che ringraziamo per la considerazione riservata al nostro sito, naturalmente orgoglioso di avere ospitato una nuova iniziativa di valore culturale e documentale di prim'ordine. Un ringraziamento sincero a Pierluigi Chillà, per avere supportato con competenza e sensibilità critica le pubblicazioni, e al Prof. Vito Giovannelli, sempre caro nelle sue qualificate e amichevoli attenzioni nei nostri confronti (lr)
TRE DONNE A MEZZO BUSTO
PESCARA, 19.10.2013 (Numero 5) - Dopo aver segnalato le componenti più significative delle opere del periodo azzurro di Enzo Pirozzi, mi soffermo, ora, su una composizione dalla tavolozza piena e dai colori arditissimi per la loro calda intensità.
Si tratta di tre donne riprese a mezzo busto, festosamente vestite e delineate da un chiaro e inequivocabile impianto grafico.
Come indicano i tratti somatici, i vistosi ornamenti (orecchini) nonché l'immobilismo laterale, l'ispirazione dovrebbe derivare dallo studio dell'arte africana, arte che tende a rendere solenni le costumanze etniche e le tradizioni che danno vita a complessi e festosi cerimoniali, diversificati tra etnie ed etnie, tra Stati e Stati.
Come in gran parte della pittura africana, le tre donne non sono rappresentate in prospettiva. Le leggi della raffigurazione di fianco e del verticalismo assoluto,elementi tipici dell'arte mediterranea, sono attentamente rispettate.
Le tre donne, rappresentate in fila processionale, insistono sullo stesso piano in quanto prive della terza dimensione. Sono sfarzosamente abbigliate ed hanno carattere ieratico.
La sensibilità dell'artista salernitano verso la difesa della figura viene ampiamente confermata in quest'opera ricca di influssi orientali e occidentali.
Nella fase di realizzazione potrebbe aver posato solo una donna, come attesta l'uniformità somatica riscontrabile nei profili.
Ma c'è di più, la tipicità della cosmesi è valenza caratteristica delle varie etnie dell'Africa, continente antico che Enzo Pirozzi conosce bene, per avervi a lungo soggiornato.
Il nero corvino della capigliatura delle tre donne, rinforzato dalla grafite e il pallore dei visi (leucoderma), ottenuto da un miscuglio di talco e amido impastato con grasso di rettili (uraeus) certamente costituiscono una conferma dell'ispirazione.
Non è da escludere che l'opera possa essere stata dipinta in terra africana e, più precisamente in Costa D'Avorio, dove Pirozzi ha vissuto.
Pierluigi Chillà




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