L'arte filatelica di Enzo Pirozzi
PUBERTA'
PESCARA, 28.9.2013 (Numero 2) -
Come l'opera ll mio grido (my scream) anche il quadro Pubertà appartiene al periodo azzurro. Nelle opere di questo ciclo rivivono motivazioni compositive di particolare interesse, per la sobrietà della trattazione in cui la figura umana è protagonista nella sua integrità.
La giovanile figura dell'opera pubertà, dal corpo compatto ed equilibrato, rimane elemento primario per la fluidità dell'impianto anatomico. Le acque antistanti la figura della giovanetta, che cerca di far navigare la sua barchetta di carta nello stagno, non turbano l'unità dell'impianto. I piccoli particolari aggiuntivi alla figura umana hanno unicamente carattere narrativo.
Pirozzi non guarda la natura da spettatore, ma da interprete. Il tema antropomorfo lo affascina. La presenza costante dell'immagine umana nelle sue opere è da considerare elemento che armonizza, in buona sintesi, verismo e stilizzazione. Basta seguire il suo itinerario creativo e il progressivo trasformarsi del suo linguaggio, per rendersene conto.
Nell'opera pubertà, la raffinatezza del corpo giovanile suscita tenerezza. Non c'è carnosità pungente né sensualità provocante, perché la figura della ragazza, ben impiantata nel suo profilo, riesce ad andare oltre i termini dell'immediato riferimento naturalistico, senza cadere nella banalità del più pedante verismo. Non siamo davanti ad un involucro senza sostanza né davanti ad una figura ideata per suscitare sensuale affettuosità.
Nell'opera pubertà si coglie la giovinezza nella sua interezza. Giovinezza che riesce a trasformare la realtà corporale in comunicazione di bandiera, nel clima inquieto della nostra epoca.
Certamente, in pubertà, c'è idealizzazione spinta per raggiungere effetti di singolare finezza descrittiva e non di crudo realismo figurativo.
Pierluigi Chillà




Commenti 25
Un abbraccio.
Lino
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