Testi critici, Venezia, 11 November 2015
SILVIOGIOVANNI VIOLA, ARTISTA PURO.

Vittorio Sgarbi, in un intervista che gli ho fatto personalmente, sostiene che tutta l’arte è contemporanea, non esiste un’arte antica e una odierna; nella misura in cui un’opera è davanti agli occhi di uno spettatore, quel momento è contemporaneo al fruitore, l’opera vive davanti agli occhi dello spettatore nel momento in cui viene osservata, per questo, se è arte, non ha tempo, nel senso che non è né moderna, né contemporanea, né antica. Il noto critico, dice di avere ingaggiato una battaglia personale con i colleghi per eliminare le differenze di periodo. L’arte di Silviogiovanni Viola appartiene, da subito, ad una dimensione che va oltre il contemporaneo, la sensazione nell’osservare le sue opere, è quella di trovarsi di fronte a qualcosa che, in ogni caso, è oltre il tempo.
Viola, consapevole della storia dell’arte, delle sue tecniche, delle sue correnti, dei segni e delle forme, si impone il rigore di essere solo, esclusivamente, se stesso. Viola pretende, e ci riesce, di fare solo la sua pittura, esige non tanto di essere originale, di cercare di fare qualcosa di estremo, come ingenuamente fanno i molti, a costo di arrivare ad estremi poco convincenti. Viola vuole percorrere il solco dell’arte per fare arte. Non si vuole qui, celebrare entusiasticamente il lavoro di un esordiente che appare subito pronto a diventare maturo, qui si vuole dire allo spettatore: “Guarda le opere di Viola, guardale bene.” Perché quello che si trova, nella luce bianca dei suoi lavori, nelle atmosfere chiare, nel segno volutamente crudo e sintetico, nel disegno così essenziale, è un modo di fare pittura che tocca i sentimenti.
In un mondo dove, spesso a giusto titolo, le contaminazioni e gli intrecci del contemporaneo fare arte, danno la possibilità agli artisti giapponesi di lavorare come gli americani, all’arte del sud America di essere europea, o agli europei di essere africani, ma quello che balza all’occhio, nella pittura di Silviogiovanni Viola, è la capacità di questo artista di esprimere nella sua pittura, proprio nella contemporaneità del suo modulo, il percorso di una tradizione sicuramente e orgogliosamente Italiana. A guardare la storia di adesso e di ieri, della gande e nobile figurazione italiana, c’è un segno, una linea, un sentimento comune che lega in un filo ideale il percorso della pittura nazionale, distinguibile, austera e alta, riconoscibile e unica, perché il modo di sentire dell’italica pittura, può esprimere mille diverse personalità, ma un suo indelebile, inequivoco modo di essere; Viola è qui.
Oscar Wilde, nella sua prefazione nel Ritratto di Dorian Gray con la frase "Art for art's sake", cioè "arte per amore dell'arte”, intende proclamare che il valore dell’arte deve essere superiore al tutto, al punto che l’artista deve, e così dovrebbe essere, lavorare solo per l’arte e non, come succede spesso oggi, soprattutto anche tra i grandi e i giganti dell’arte contemporanea, per il sistema e per il mercimonio. Viola, si vede nel suo impianto formale, tende ad una sua purezza, pur ancora a volte acerba - glielo si concede - ma così efficace e pulita, da generare con le sue opere un respiro di ammirazione e un sospiro di piacere.
Federico Caloi

http://www.avanguarte.it/Testi-Critici.php

Commenti 4

Teresa Palombini
10 anni fa
Auguri!
Maristella  Angeli
10 anni fa
Maristella Angeli Artista, Pittore
Congratulazioni Silviogiovanni!
francesca furin
10 anni fa
francesca furin Artista
Congratulazioni!!!!!
Nanouk Reicht
10 anni fa
Nanouk Reicht Art lover
Félicitations !

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