Il fil rouge della serie "Portraits" è l’uso impetuoso e vibrante del colore, che vivifica le immagini trasfigurando l’espressione in emozione. Una grammatica compositiva che si articola secondo la “tavolozza primaria” di tonalità intense e profonde, eletta dall’artista a paradigma primordiale della visione. Una pittura soda, compatta, volumetrica, fatta di masse cromatiche che si intrecciano ma non si mescolano mai.
Colore puro che non rappresenta, ma semplicemente è. Nell’atto creativo l’artista è un tutt’uno con l’energia vitale che insistentemente manipola la materia, per scomporla e ricomporla in unrigoroso dinamismo plastico che“mette ordine” in questo caos apparente.
La trama “domata” di queste s-composizioni è sapientemente orchestrata dal ritmo incalzante delle direttrici ortogonali, che vigorose attraversano lo spazio pittorico per proiettarsi oltre i confini del visibile.
Nella fase più matura della sua ricerca, l’artista riscopre il potere evocativo dell’elemento umano secondo i dettami di un’estetica post-figurativa di respiro internazionale. Nei suoi ritratti, i volti impressi sulla tela si manifestano come tracce indelebili di una “figurazione tradita” e qui ritrovata, che senza cedere alla tentazione del virtuosismo e dell’artificio pittorico come mistificazione della realtà, ne riscrive l’essenza.




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