Mostra Escher
Mostre, Bologna, 12 March 2015
CON GRANDE ENTUSIASMO BOLOGNA APRE LE PORTE DI PALAZZO ALBERGATI A ESCHER, L'ALCHIMISTA DELLA FORMA, IN UN VIAGGIO UNICO COMPOSTO DA 150 CAPOLAVORI
Se ancora oggi è facile cadere nella necessità di trovare una distinzione tra realtà e finzione, bidimensionalità e tridimensionalità, fantasia e ragione, mente e corpo, Escher svela invece come possano coesistere diversi piani del reale, anche se apparentemente, con la comune logica del pensiero, posso apparire opposti e inconciliabili. Da bravi razionalisti come la nostra società ci insegna ad essere, riteniamo che tutto quello di cui abbiamo prova tangibile per il semplice fatto che lo vediamo concretamente con i nostri occhi esiste per davvero ed ha necessariamente una spiegazione, qualsiasi essa sia, quindi non ci deve stupire se rimaniamo sconcertati da come i disegni dell'artista olandese rivelino invece la presenza di molteplici verità. Ed è così che Bologna ospita per la prima volta dal 12 marzo al 19 luglio 2015 presso Palazzo Albergati la mostra antologica dedicata a Escher, prodotta da Arthemisia Group in collaborazione con la Fondazione Escher grazie ai prestiti provenienti dalla Collezione Federico Giudiceandrea, e curata da Marco Bussagli. Un percorso di 150 opere grafiche, articolato in sei sezioni per far immergere lo spettatore in un racconto unico e meraviglioso sulla storia, le passioni, i viaggi, gli studi e le scoperte del genio olandese.
"Il disegno è illusione: suggerisce tre dimensioni sebbene sulla carta ce ne siano solo due", così Escher sembra quasi voler sintetizzare il modo in cui la sua mente parte da un'immagine mentale per elaborarla e renderla immagine visiva dentro di sé al fine di proiettarla su carta. Un meccanismo tutt'altro che semplice se proviamo anche solo ad immaginare gli innumerevoli studi matematici, geometrici, ottici e prospettici che rendono possibile tali costruzioni, che da un primo veloce sguardo risultano perfette dal punto di vista formale ma che invece, se ci concentriamo maggiormente sui singoli dettagli, si scoprono illogiche nei loro effetti. Abituato alle distese sconfinate della natura olandese, Escher rimane profondamente colpito dal paesaggio italiano, così vario e in continua trasformazione: le colline senesi, le coste frastagliate di Tropea, i paesi arroccati che sembrano essere stati pensati come il gioco ad incastro del tetris.. un mondo talmente ricco di spunti rispetto la docile campagna del suo paese natale, che l'artista si trova ad osservare la natura da un altro punto di vista per avventurarsi in viaggi intellettuali nel mondo magico della geometria, dove fantasia e studio scientifico diventano complici e artefici di queste stupefacenti visioni interiori. Viviamo sempre in uno spazio, ma la concezione che ne abbiamo quanto è limitata quanto invece è in grado di cogliere le sue infinite possibilità di sviluppo? Escher è stato in grado di piegare il rigore della logica e di confutare le leggi della scienza con una precisione e perfezione maniacale, dimostrando come i ragionamenti matematici possano diventare essi stessi opere d'arte. Tappa decisiva per il suo sviluppo grafico sarà poi il viaggio ad Alhambra in Spagna, dove l'artista scopre la ricchezza e la complessità dei disegni periodici propri delle decorazioni moresche, caratterizzate da una suddivisione regolare della superficie che lo affascina a tal punto da diventare una costante grafica nelle sue illustrazioni. Escher gioca liberamente con strabilianti effetti ottici mediante i reticoli che si sviluppano in superfici, le figure che si trasformano in solidi che a loro volta vengono traslati per articolarsi in composizioni fuori dall'ordinario, dove non c'è traccia della comune concezione spazio temporale e dove regna l'ambiguità del significato. Perché in fondo, se non ci possiamo fidare di quello che vediamo, come riusciamo a trovare certezze universali? La grande potenza di questi capolavori è proprio l'effetto di scuotere nel profondo la nostra immaginazione e le nostre tensioni interiori al fine di trovare una chiave di lettura personale e alternativa al mondo che ci circonda.
Monica Boghi

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