La mostra è stata dedicata all'esposizione di diversi tipologie di opere per avere una linea generale sul quadro di lavoro dell'artista. La prima sala è stata intitolata Lambo la bakala, cose che avvengono solo tra i bianchi per denunciare ironicamente la concezione dell'eros nel mondo contemporaneo in quanto pensiero fisso che può impregnare e prendere forma in ogni aspetto della vita quotidiana. Acquarelli, sculture, installazioni vogliono indicare come ormai l'amore sia diventato un gesto ripetitivo e monotono dove l'emozione scompare per lasciare spazio unicamente ad un incastro meccanico di corpi e parti anatomiche ridotte ad oggetti privi si sangue, calore e impulsi nervosi. Non si tratta d’indecenza gratuita, quanto invece della dimostrazione di come certi tabù sociali vogliano solo cercare di nascondere malamente le propensioni naturali e carnali dell'uomo. Gesti, dettagli anatomici, attitudini sessuali rivelano in modo ostentato ma privo di qualsiasi pregiudizio e falso perbenismo l'ossessione tanto temuta quanto eccitante in cui affoga la società di oggi e che dimostra la difficoltà dell'uomo ad entrare in contatto con il vero sé fino a disorientarsi e perdersi negli appagamenti quotidiani, come una marionetta che non è in grado di riconoscere la prigionia in cui è costretta a stare. Dopodiché la ricerca si sposta nella seconda sala Soul melody, la melodia dell'anima in cui siamo condotti in una dimensione completamente mistica e spirituale, dove le enormi tele che avvolgono la nostra mente sono la proiezione dell'universo interiore dell'artista. La sua volontà è quella di dar voce ed espressione alle proprie emozioni e ai propri pensieri attraverso la sonorità delle pennellate in cui gesto, segno e colore si fondono per diventare impercettibili nelle loro unità separate. Si tratta di un lavoro in progressione che non termina con la conclusione della tela, dal momento che la pittura, costituita da olio, pigmenti naturali ed essenza di trementina, continua ad ossidare e di conseguenza a cambiare migliorando gli effetti di tridimensionalità prima di raggiungere la stasi. Il pubblico però si trova davanti ad una condizione di stabilità apparente e quasi mai definitiva perché, guardando i suoi quadri, ha la possibilità d'immergersi nella propria mente, di lasciarsi trasportare dai propri istinti e dalle proprie passioni e d'intraprendere così il viaggio alla scoperta di se stesso. Patrik è riuscito a trovare in questa forma particolare di pittura il modo per rendere concreto e tangibile il suo percorso personale di evasione dalle manifestazioni quotidiane e di ricerca dell'estasi, credendo fortemente nella relazione tra creazione artistica e crescita spirituale.
La mostra è stata dedicata all'esposizione di diversi tipologie di opere per avere una linea generale sul quadro di lavoro dell'artista. La prima sala è stata intitolata Lambo la bakala, cose che avvengono solo tra i bianchi per denunciare ironicamente la concezione dell'eros nel mondo contemporaneo in quanto pensiero fisso che può impregnare e prendere forma in ogni aspetto della vita quotidiana. Acquarelli, sculture, installazioni vogliono indicare come ormai l'amore sia diventato un gesto ripetitivo e monotono dove l'emozione scompare per lasciare spazio unicamente ad un incastro meccanico di corpi e parti anatomiche ridotte ad oggetti privi si sangue, calore e impulsi nervosi. Non si tratta d’indecenza gratuita, quanto invece della dimostrazione di come certi tabù sociali vogliano solo cercare di nascondere malamente le propensioni naturali e carnali dell'uomo. Gesti, dettagli anatomici, attitudini sessuali rivelano in modo ostentato ma privo di qualsiasi pregiudizio e falso perbenismo l'ossessione tanto temuta quanto eccitante in cui affoga la società di oggi e che dimostra la difficoltà dell'uomo ad entrare in contatto con il vero sé fino a disorientarsi e perdersi negli appagamenti quotidiani, come una marionetta che non è in grado di riconoscere la prigionia in cui è costretta a stare. Dopodiché la ricerca si sposta nella seconda sala Soul melody, la melodia dell'anima in cui siamo condotti in una dimensione completamente mistica e spirituale, dove le enormi tele che avvolgono la nostra mente sono la proiezione dell'universo interiore dell'artista. La sua volontà è quella di dar voce ed espressione alle proprie emozioni e ai propri pensieri attraverso la sonorità delle pennellate in cui gesto, segno e colore si fondono per diventare impercettibili nelle loro unità separate. Si tratta di un lavoro in progressione che non termina con la conclusione della tela, dal momento che la pittura, costituita da olio, pigmenti naturali ed essenza di trementina, continua ad ossidare e di conseguenza a cambiare migliorando gli effetti di tridimensionalità prima di raggiungere la stasi. Il pubblico però si trova davanti ad una condizione di stabilità apparente e quasi mai definitiva perché, guardando i suoi quadri, ha la possibilità d'immergersi nella propria mente, di lasciarsi trasportare dai propri istinti e dalle proprie passioni e d'intraprendere così il viaggio alla scoperta di se stesso. Patrik è riuscito a trovare in questa forma particolare di pittura il modo per rendere concreto e tangibile il suo percorso personale di evasione dalle manifestazioni quotidiane e di ricerca dell'estasi, credendo fortemente nella relazione tra creazione artistica e crescita spirituale.




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