Numerosi sono gli artisti che hanno aderito alla creazione della “Collezione Artisti Uniti per Rosso Malpelo”. Questa, pur nella diversità degli stili, documenta e rappresenta l’arte visiva a noi contemporanea e che possiamo ammirare nei circuiti espositivi, pubblici e privati, nazionali e internazionali. Gli artisti presenti nella Collezione hanno creato e donato le loro opere appositamente per il nostro progetto. Queste ultime vogliono essere non opere di apologia, ma opere che denunciano situazioni deplorevoli mediante una visione di sintesi senza troppi compiacimenti e, soprattutto, senza retorica. Gli artisti che hanno voluto prendere parte a questo progetto sono tutti professionisti dell’arte visiva; le loro creazioni sono presenti in collezioni pubbliche e private, in fiere d’arte, in musei e gallerie italiane ed estere, in edifici che svolgono funzioni pubbliche, ecc. . Si tratta di artisti che hanno esposto al Guggenheim Museum di New York, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, alle Biennali di Venezia, alle Quadriennali di Roma, al PAC di Milano e le cui opere si possono ammirare in due piazze distinte di Atene; negli Emirati Arabi; nel The 5th Asian Sculpture Exhibition in Giappone; nel Parco della Scultura di San Paulo in Brasile; negli spazi pubblici di Finlandia, Germania, Turchia, Spagna, Siria, Bulgaria, Danimarca, Corea del Sud, Ungheria; in Italia presso la sede Rai di Viale Mazzini a Roma, nelle Capitanerie di Porto di Fiumicino-Roma, a Bari e Trieste; in chiese, conventi e ospedali di Roma e di altre città del Lazio, nelle porte bronzee di una Banca in via del Corso a Roma, nella nuova caserma dei Vigili del Fuoco a Perugia, nel Centro per l’Arte Contemporanea di Umbertide, nel Museo d’Arte Contemporanea della Valcellina di Claut, nella Galleria Civica di Termoli, nella Collezione dell’Università di Siena, ecc. ecc. ecc. .
Io e i miei colleghi, insieme, naturalmente a tutti gli artisti (fotografi, incisori, pittori, poeti e scultori) presenti in mostra, vorremmo che, presso la nostra società i minori avessero il diritto di crescere, giocare, studiare, senza per questo dover pagare pegni durissimi e grande è la solidarietà che vogliamo, che con quanto abbiamo fatto, arrivi ai tanti Rosso Malpelo, Ciàula ed Aclà, protagonisti di novelle e di produzioni cinematografiche ed ai moltissimi bambini sfruttati, “protagonisti”, anonimi e inconsapevoli, della realtà odierna.
A tutti loro si vuole, dunque, dedicare questa esperienza espositiva.
La Sicilia di oggi
di Filippo Buscemi (Sindaco del Comune di Nissoria)
La terra di Sicilia, grondante ancora del sudore di giovani vite private del diritto alla serenità, alla felicità e al gioco, torna alla ribalta con la drammatica storia di Rosso Malpelo. E’ la Sicilia del duro lavoro nelle miniere, argomento ancora oggi dei racconti dei numerosi minatori in pensione presenti nella provincia di Enna. E’ la Sicilia del pregiudizio che diventa motivo di discriminazione e di condanna per chi nasce con i capelli rossi. E’ la Sicilia che non ascolta i bisogni dei bambini indifesi, costretti a vivere in ambienti malsani e sottoposti a sforzi disumani, non adatti alle loro gracili membra.
La Sicilia di oggi, per fortuna, si è lasciata alle spalle gran parte dei problemi legati allo sfruttamento minorile. Il miglioramento delle condizioni sociali, l’obbligo scolastico, il richiamo all’osservanza e al rispetto dei diritti dell’infanzia, hanno contribuito a favorire lo sviluppo naturale dell’essere umano, il sano passaggio dall’infanzia, all’adolescenza, alla maturità. E quei casi, che pur si leggono nella cronaca siciliana e italiana, di violenze sui minori e del loro sfruttamento negli ambienti malavitosi, suscitano la riprovazione della società intera.
Esempi di infanzia negata ci arrivano, però, da molte parti del mondo. Dai Paesi sottosviluppati, dove i bambini che non muoiono prima dei cinque anni devono affrontare molteplici difficoltà per sopravvivere, specialmente quando si ritrovano senza genitori; dove molti bambini non vengono registrati alla nascita e pertanto non hanno alcun diritto perché legalmente non esistono. Dalle periferie di grandi metropoli, dove molti ragazzi sono costretti a vivere per strada, a prostituirsi e a respirare vapori di colla per appagare il bisogno di cibo non sempre disponibile. Dai Paesi in guerra, dove molti bambini vengono obbligati a imbracciare un fucile, al posto dei giocattoli più consoni alla loro fascia d’età, per difendere delle cause spesso assurde.
Il sacrificio di un “caruso” della nostra terra come Rosso Malpelo diventa un monito affinché i bambini possano vivere spensieratamente la loro infanzia ovunque essi si trovino, sotto la guida di adulti che non devono perdere mai di vista gli articoli della Convenzione sui diritti dell’infanzia.





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