Francesco ci chiede di essere spettatori di queste città che vibrano anche senza la nostra presenza. E il suo dono è renderle quasi antropomorfe: possiamo osservarle nel loro fervore di muoversi, accelerare, spiazzarci con colori e forme sognate, che siano Milano, Venezia, New York.... Quindi ci invita a guardare verso l'alto e incredibilmente vediamo svolgersi alcuni particolari dei suoi cieli (come i fili dei tram tra gli squarci di un sole incerto) in un ponte tra figurativo e informale: in un’opera di Hans Hartung (T1989) ritroviamo molto delle Milano Piazza Bottini o Porta Garibaldi ritratte da Zavatta.
Le città che Francesco ci restituisce sono essenza e anima, personalità e carattere, totalmente prive delle sovrastrutture di immaginari collettivi fatti di nuovi grattacieli dal design globalizzato. Sono città nuove. Sono città "a prescindere". Da tutto, anche da noi. Sono City- Self.



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