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Start come Carlo Strano Art. Start come inizio e quindi di buon auspicio… Nella sua prima esposizione, l’artista Carlo Strano presenta il suo lavoro artistico inserendolo all’interno dello Sugarpulp Festival. Le sue opere si innestano letteralmente sull’allestimento stesso. La sua poetica dominante, del geometrico e del profondo, plasma un continuum tra le strutture espositive e gli oggetti d’arte veri e propri. Ne risulta un’installazione dove la ripetizione ossessiva di elementi geometrici elementari, come un processo di proliferazione cellulare, forma agglomerati complessi. Assemblaggi che sono dialogo tra forma e materia, la materia organica del legno e la forma astratta delle geometrie. Assemblaggi modulari che possono aggregarsi e disgregarsi, espandersi e contrarsi, che sono insieme oggetti singoli e parte di un tutto, una sorta di organismo complesso che io chiamo corpo-labirinto. Prende forma la profondità, estetica ed esistenziale, metafora della complessità contemporanea. Prende forma nel rigore geometrico, traccia inequivocabile della presenza umana. Il lavoro si inserisce all’interno del ciclo delle Geometrie del Profondo (GMPR), il labirinto bianco della complessità e del desiderio. Spazio in divenire, narrazione astratta dove ogni volume, ogni solido, pieno o vuoto che sia, è un evento, un fatto. Dove il concatenarsi dei volumi-evento crea una trama fisica, materica e insieme astratta. Dove nel susseguirsi monotono degli elementi di legno, interviene il diversivo del colore, il bianco. Dove nel susseguirsi monotono dei volumi-evento bianchi si accende la stanza rosa. Cosa succede nella stanza rosa? Un atto sessuale? Un fatto di sangue? Non è dato saperlo. La stanza rosa è l’evento umano archetipico, lo possiamo solo intuire, immaginare in tensione tra paura e desiderio.




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