L’arte fotografica l’aveva ereditata dal padre ed era riuscita a creare qualcosa di unico, nelle sue opere si leggeva l’angoscia e la speranza, il dolore e la gioia, la determinazione nel voler cambiare ciò che sembra irremovibile.
Nelle sue performance eccelleva, riusciva ad esprimere l’inesprimibile. Era una persona definita un po’ folle, ma gli artisti, si sa, lo sono un po’ tutti, di una sensibilità elevata, dai sospiri aperti alla vita. Aveva ancora tanti progetti, stava lavorando con gli origami di carta, creando delle farfalle chiuse da un vetro, come fossero tanto fragili e preziose, da doverle proteggere da difenderle dalle aggressioni della vita. La ricordo così, con il suo sorriso, nonostante il male incurabile che l’aveva colpita, con un abbraccio l’avevo salutata, non sapendo che fosse l’ultimo. Le ultime parole scritte in una lettera indirizzata a Babbo Natale, in cui lei chiedeva un dono: “la cosa più importante del mondo, ma che per la maggior parte delle persone è scontato avere: la salute”.
https://www.youtube.com/watch?v=NY-REjeH5Dc




Commenti 11
Le sue opere saranno l'eredità, dalle quali ognuno di noi potrà ricordarla.
Un abbraccio!
Grazie!
PURTROPPO UNA STELLA CHE E' PASSATA VELOCEMENTE NEL NOSTRO CIELO.
Merci, Catherine!
C'est une mémoire d'un artiste qui est décédé le 24 Décembre.
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