Dopo le Torte contemporanee con le immagini dei dittatori del Novecento esposte a Palazzo Zenobio lo scorso febbraio e dopo l'installazione “Pappa boys” sui bambini vittime di guerra recentemente ospitata alla galleria ArtWindow di Barcellona e la “Culla pagana” esposta a maggio al Museo Diocesano di Genova, l'artista genovese Paolo Lorenzo Parisi farà nuovamente discutere con l'opera inedita “Culla (incantesimo cinese)” nell'ambito della mostra collettiva “Day dreaming art” a Palazzo Zenobio che inaugura il prossimo sabato 9 giugno alle 17,30.
Ci sono ancora oggi paesi nel mondo in cui l'arte è cosa scomoda e dà fastidio alle alte sfere. In questi paesi gli artisti hanno vita difficile, inevitabilmente divisi tra clandestinità e compromessi col potere repressivo della libertà di espressione, in tutte le sue forme. In Cina, per esempio, è così, e l'arresto a Pechino nel 2011 di un artista di fama internazionale come Ai Weiwei per aver protestato su internet contro la corruzione del governo e la repressione degli artisti è solo la punta dell'iceberg. La censura cotringe al silenzio gli artisti dissidenti distruggendo opere d'arte e laboratori. Il tutto in netta contraddizione con un paese che sta diventando una delle prime potenze economiche mondiali anche nel mercato dell'arte.
Paolo Lorenzo Parisi, da sempre sensibile alle tematiche d'attualità più drammatica, con la sua opera “Culla (incantesimo cinese)” vuole tracciare una cronaca della condizione attuale degli artisti cinesi attivisti e dissidenti, repressi e censurati, di cui in Europa si parla soprattutto negli ambienti dell'arte. E lo fa riprendendo uno dei suoi oggetti-culto: i guanti di lattice, che fanno da culla ad alcuni ventagli cinesi capovolti e a cuori di vetro adagiati dentro ciotole di terracotta piene di riso. Gli oggetti a lui artisticamente più cari diventano così articoli di una cronaca con cui Parisi denuncia l'impossibilità di comunicare e lo stallo di tutti coloro che oggi non hanno voce. Su tutto (già nel titolo stesso dell'opera) un incantesimo, ovvero, la speranza in un futuro diverso per gli artisti cinesi e non solo.
Prossimi impegni di Parisi saranno una personale con Maurizio Roman Melis alla Immagine e colore Gallery di Genova, un'installazione/performance in Svizzera con la Galleria Studio 44 e, in autunno, un'installazione fotografica presso SpazioArch a Londra per i sessant'anni di regno della Regina Elisabetta.
Per ulteriori informazioni e per intervistare Paolo Lorenzo Parisi:
Ufficio stampa: dott.ssa Alessandra De Gregorio, cell. 339-8906436
Titolo dell'installazione: “Culla (incantesimo cinese)”
Sede: Palazzo Zenobio (Collegio Armeno, Dorsoduro, Venezia)
Galleria: Immagine e Colore Gallery (www.immaginecolore.com)
Curatrice: Loredana Trestin (Immagine e Colore Gallery)
Art direction: Anna Maria Ferrari (Immagine e Colore Gallery)
Apertura: dal 9 giugno al 9 luglio tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10 alle 17,30
La critica di Lorenzo Mortara
In questa installazione l’artista Paolo Lorenzo Parisi vuole coinvolgere il visitatore e farlo riflettere sulla mancanza di libertà di espressione e di opinione di molti artisti nella Cina contemporanea. “Culla (incantesino cinese)” è il titolo suggestivo dell’opera, nella quale osserviamo un oggetto inconfondibile: i guanti in lattice, oggetto culto dell’artista. I guanti in lattice sono già stati utilizzati dall’artista in opere precedenti (“Pappa Boys”, Milano 2004, Genova 2009 e Barcellona 2012; “Doppiasclero” e “Culle pagane”, Genova 2008; “192 miglia”, Genova 2010; “Il pesce di Gaza” e “Dio non gioca a dadi”, Zug 2011; “Culla pagana”, Museo Diocesano di Genova 2012), nelle quali una moltitudine di guanti sono proposti come simbolo e metafora delle ambiguità e delle contraddizioni della nostra società, il prezzo da pagare per il nostro progresso e le nostre conquiste tecnologico-scientifiche. Oggetto artificiale, inerte, che entra in contatto in momenti cruciali della nostra esistenza a cominciare dalla nascita fino alla morte e dissoluzione, e che, come dice lo stesso Parisi, «rappresenta per me l’anello di congiunzione tra visibile e mentale». L’installazione è costituita e completata da diversi ventagli cinesi capovolti, a rappresentare l’impossibilità di visibilità e di comunicazione di molti artisti cinesi, impegnati nel rivelare contraddizioni e ingiustizie nel loro Paese, e infine le ciotole di terracotta con riso come simbolo di nutrimento per la creatività mentale e l’immaginazione e i cuori di vetro, metafora della censura del governo cinese. Questo è il centro dell’opera di denuncia di Paolo Lorenso Parisi, perché l’Arte non sia fine a se stessa e non perda il contatto profondo con la realtà, perché… la modernità, come ogni forma di sviluppo, non può che essere frutto di una cultura, di una esperienza, di un proprio cammino… (dalla Prefazione 1998 di “La porta probita” di Tiziano Terzani).




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