I CANTIERI DELLA CRISI
13 sculture di grandi dimensioni, realizzate dal 2003 a oggi, visitabili presso la sede comunale di Villa Bottini in via Elisa, 9
LUCE NERA
la recentissima produzione delle carte, 24 lavori creati tra il 2010 e il 2011, visitabili alla Galleria Usher arte di via della Zecca, 15; la mostra comprende un’ampia serie di bozzetti che documentano una parte dell’attività dell’artista come scenografo teatrale.
Dopo la convincente partecipazione all’ultima Biennale di Venezia e la recentissima anteprima romana, Fraddosio presenta dunque a Lucca un’ampia panoramica della sua variegata produzione come scultore, senza trascurare l’affinità con la scenografia, di cui dà ulteriore prova con un allestimento pulito e intenso delle grandi opere esposte a Villa Bottini, alla ricerca di un incontro diretto tra l’ambiente rinascimentale e le sue opere.
I cantieri della crisi, presso Villa Bottini, si inaugura alle ore 12,00 del 18 febbraio. La mostra sarà aperta fino al 19 marzo, con i seguenti orari:
lunedì-venerdì 14,30-18,00; sabato e domenica 12,00-18,00; chiusura martedì.
Catalogo USHER arte:
I cantieri della crisi, Architetture destabilizzanti, con un saggio di Gabriele Simongini, pp.80. Euro 15,00
Luce nera, presso la galleria Usher arte, si inaugura alle ore 18,00 del 18 febbraio. La mostra sarà aperta fino al 19 marzo, con i seguenti orari:
lunedì-sabato 11,00-13,00 e 14,00-18,30;
chiusura martedì e domenica.
Catalogo USHER arte:
Luce nera, Anima mundi, con un saggio di Rocco Familiari, pp. 80. Euro 15,00
NOTA CRITICA
L’opera scultorea di Fraddosio si impone a una riflessione che acquista anche una valenza sociale, dando voce ad un’idea profonda di crisi relativa alla nostra epoca.
Scrive il curatore Gabriele Simongini: «Fraddosio si è indirizzato verso un personale “reportage” sulla crisi e sull’incompiutezza che ci circondano concretamente e non solo simbolicamente. Le fratture che percorrono come terremoti la superficie delle sue opere mettono a nudo le crepe nascoste di un modo di vivere asettico, indifferente, anestetizzato.»
Nelle carte è riconoscibile lo stesso humus creativo delle sculture: «[…] la tensione creativa del nostro artista è essenzialmente “antipittorica”, rifuggendo l’uso del pigmento cromatico tradizionale. Fraddosio usa infatti materie assai diverse … dando vita a una contaminazione arte-natura-metropoli che si identifica compiutamente anche dal punto di vista tecnico e materico con gli obiettivi della sua ricerca.» (G. Simongini)
Fraddosio mette in gioco un’arte che impone allo spettatore un confronto fisico, oltre che visivo.
In un periodo storico dominato da immagini sempre più veloci e colorate, la materia delle sue opere, concreta perché scarto riutilizzato di un già vissuto, si veste di semplice bianco o nero, e utilizza forme e superfici che richiedono tempo e attenzione per essere comprese e interiorizzate, come la ripetizione al contrario dell’azione dell’artista: l’approccio all’opera si fa così esperienza comunicata dall’artista allo spettatore. In questo coinvolgimento c’è il messaggio positivo ma mai consolatorio dell’artista, la sollecitazione allo spettatore al “fare” per risolvere la propria crisi: l’opera non è un monumento alla distruzione ma semmai una critica fattiva che porta verso il suo opposto, la ricostruzione.
Per ulteriori informazioni: www.antoniobernardofraddosio.com






Commenti 0
Inserisci commento