Egli focalizza l'attenzione del pubblico sull'odierno modo di comunicare, basato anch'esso su icone e simboli ed orientato verso un'estrema semplificazione visiva, come se si trattasse di un ritorno alle origini. L'analogia alla base del progetto evidenzia come i più diffusi mezzi di comunicazione, di lavoro e di intrattenimento, in uso su larga scala nella società contemporanea, interagiscano con l'uomo attraverso l'uso della vista, che funge da percettore di immagini e simboli; immagini che possono trasmettere messaggi, curiosità e conoscenza. Computer, smartphone, tablet sono ormai mezzi di fruizione di massa, con cui quotidianamente percepiamo e trasmettiamo la realtà, o l'illusione di essa. Mediante una trasfigurazione ed una rivisitazione ideale dei simboli, realizzata da Andrea Benetti, tra l'onirico ed il reale, rivivono le forme ed i colori delle origini. Forme e colori che i nostri antenati, agli albori dell'umanità, scoprivano per la prima volta ed utilizzavano nelle pitture Rupestri, per “comunicare” con entità superiori, donando alla genesi dell'arte una sacralità eterna.
Benetti svolge, da parecchi anni, la propria ricerca sulla pittura Rupestre, rendendole omaggio con opere che la citano, la trasfigurano e la reinventano. Egli parte dal concetto che nella pittura Rupestre erano già contenute tutte le future vie della pittura moderna, tra cui il figurativo, l'astrattismo (oggetto di questa mostra), il simbolismo ed il concettuale. La biografia e l'amore, che legano Andrea Benetti a Venezia, l'hanno spinto a trasformare la mostra in un omaggio alla città lagunare, intitolandola Colors in Venice. I lavori in mostra appartengono al classico stilema pittorico dell'artista bolognese, ispirato all'Astrattismo delle Origini. Opere che nascono da un bassorilievo, realizzato in fondo gesso su tela, che successivamente è pigmentato con sostanze naturali, quali caffè, hennè, cacao, curcuma, ossidi, ecc. e reso simile cromaticamente a vari tipi di roccia presenti in natura. Nella fase finale sono utilizzati i colori ad olio, con i quali sono dipinte alcune parti dell'opera.



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