Creazioni più recenti sono gli ICEBERG; pavé di coni trasparenti di gomma siliconica che hanno il colore e la consistenza del ghiaccio in cui si trovano, congelati, frammenti iconografici policromi; la mancanza di continuità cromatica tra i frammenti, inframmezzati dalla trasparenza del materiale di supporto, rimanda ad una condizione di scollamento tra le molteplici apparenze del reale che fanno parte del mondo contemporaeneo. Recenti anche le MEMORIE DI PAMPINI dove le immagini, a tratti, si dissolvono nell’attorcigliamento pampiniforme delle pellicole sminuzzate che si attorcigliano e parzialmente soffocano le immagini, come vegetazioni parassitarie. Completamente inedita e creata appositamente per questa mostra l’installazione NE HO VISTE DI TUTTI I COLORI, RIPETUTAMENTE, costituita da 7 pezzi in serie, di diversa dimensione, nei quali uno sfondo di pellicole radiografiche vergini - prive d’immagini ma variamente colorate – sorregge lo scorrere disordinato e frenetico di corpi umani spezzettati e sospesi nel vuoto della trasparenza. I corpi, stampati su striscioline arricciate di acetato trasparente, conservano un legame molto esile col fondo policromo variegato sul quale si muovono; un richiamo al senso di precarietà del nostro tempo.
Pessimismo cosmico?
No! Semplicemente una presa d’atto disincantata e un sentimento di depersonalizzazione che l’artista aveva già espresso nel passato in una filastrocca che ha sintetizzato fin dagli esordi la poetica della sua ricerca:…………ediogiocandomisonopersocercandoilversodell’universoediogiocandomisonopersocercandoilversodell’universoediogiocandomisonopersocercandoilversodell’universo……………




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