IL NUMERO DEI CENTRI
MAURIZIO VICERE’
a cura di Gaia Pasi
opening: sabato 28 febbraio 2015 - ore 19:00
28 febbraio || 28 aprile 2015
UnTubo, vicolo del luparello 2, 53100 Siena
lun || sab - 18:00 || 01:00
www.untubo.it - (+39) 0577 271312
UnTubo Arte è lieto di presentare sabato 28 febbraio 2015 dalle ore 19:00 in poi “IL NUMERO DEI CENTRI” la mostra personale di Maurizio Vicerè (Teramo, 1985).
Maurizio Vicerè, in arte VICE, è un artista visivo poliedrico, trasversale e istintivamente naïf. Affascinato da maestri del pensiero contemporaneo come R. Barthes, M. Mc Luhan, W. Benjamin e da artisti appartenenti alle correnti concettuale e poverista quali A. Boetti e G. De Domicinis, Vice, abbandona presto le tendenze marcatamente eclettiche e pop al fine di avviare un intensa attività di mostre personali e progetti site specific (2007/2010).
Nella ricerca che Vicerè porta avanti dal 2010 è possibile rilevare alcune costanti come il gioco e l’elemento popolare da considerarsi come uniche chiavi di lettura possibili di una specificità procedurale gestuale e segnica. Ne "IL NUMERO DEI CENTRI l'artista lavora sulle relazioni uomo/spazio/tempo. Apre la mostra "Reminder" (2014), un cerchio d'inchiostro ottenuto attraverso la reiterazione ossessiva della figura geometrica tracciata in punta di penna bic a mano libera sul foglio tanti cerchi quanti giorni, ore, minuti trascorsi nell'aspettativa di un cambiamento, un' "attesa" operativa riempita di gesti e di segni solo in parte controllati ma implicitamente imperfetti come possono esserlo una simulazione o un gioco appunto.
La piccola scultura d'argilla "Mnemone. (Custode della memoria collettiva (1000 a.C. - 323 a. C.)" (2013) rappresenta l'effige di colui che rammenta, colui che non dimentica. Nella mitologia greca, il Mnemone è attribuito a una specifica figura di attendente di qualche eroe, investito di precisi compiti mnemonici, consistenti nel dover riportare alla memoria del suo assistito, nei momenti cruciali, qualche necessità superiore o divina, la cui dimenticanza può procurare disgrazia o addirittura causare la morte. Nei lavori di Vice c'è sempre la volontà di riunire concetti apparentementi opposti come possono esserlo il sacro e il profano, l'utile e il dilettevole, possibilità intuitiva e impossibilità oggettiva, un leitmotive che possiamo riscontrare anche in lavori come "Con le mie sole mani" (2014) nei quli l'artista tenta letteralmente di afferrare il cielo con il calco in vinavil del palmo delle sue mani. Conclude la mostra la serie di lavori dal titolo "OTIUM"(2014/2015) una miriade di tasselli di puzzle completamenti bianchi o neri dove ogni ricostruizione è insperabile perchè di fatto impossibile: ancora un gioco o meglio quello che resta di un gioco massacrante ed improduttivo come lo è la vita di colui che non "vede" perchè "guarda" soltanto e non è un caso che in tutte le lingue del mondo esistano due verbi (guardare e vedere) che distinguono perfettamente i tratti differenti e le implicazioni che comporta la conoscenza delle cose ma ancor di più l'attitudine psicologica a quella che può apparentemente sembrare la medesima azione.




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