In queste opere, frutto dell'ultimo intenso anno di lavoro, l'artista indaga la realtà che lo circonda, i luoghi e le persone del suo vissuto quotidiano: un universo composto da soggetti che rasentano il surreale senza mai distogliere l’attenzione dalla realtà. Una realtà reale che, come indicato nel titolo della mostra, va verso una reale realtà. Il percorso intrapreso da Angelo Crazyone si può definire evolutivo. Parte dal graffito per arrivare alla tela. Ma lo fa percorrendo la strada più complessa e difficile: attraverso l’uso dello spray e dello stencil, in una continua sovrapposizione di strati di colore e maschere. Il risultato è veramente efficace come lo dimostrano i lavori esposti in mostra e come sottolinea lo stesso Quaroni: “…Diversamente dai pittori immersi in una dimensione di pura soggettività, l’artista siciliano sceglie di aprirsi ad un confronto serrato, talvolta difficile, con la vita. La sua è, a tutti gli effetti, una pittura oggettiva, ma nondimeno partecipe, che adotta la geometria come filtro, come lente attraverso cui elaborare le immagini e dunque le idee. I suoi quadri sono costruiti tramite la sovrapposizione di stencil, che a loro volta, non sono altro che moduli geometrici complessi. La stratificazione pittorica dei suoi dipinti, ottenuta con l’addensamento di linee, corrisponde ad una procedura manuale che ha l’incedere di un mantra, di una ripetizione estatica che, proprio nell’atto di ricostruire la realtà, trova il modo di distaccarsene. Il modus operandi di Crazyone ha, infatti, qualcosa di ipnotico e insieme di analitico…”.
In queste opere, frutto dell'ultimo intenso anno di lavoro, l'artista indaga la realtà che lo circonda, i luoghi e le persone del suo vissuto quotidiano: un universo composto da soggetti che rasentano il surreale senza mai distogliere l’attenzione dalla realtà. Una realtà reale che, come indicato nel titolo della mostra, va verso una reale realtà. Il percorso intrapreso da Angelo Crazyone si può definire evolutivo. Parte dal graffito per arrivare alla tela. Ma lo fa percorrendo la strada più complessa e difficile: attraverso l’uso dello spray e dello stencil, in una continua sovrapposizione di strati di colore e maschere. Il risultato è veramente efficace come lo dimostrano i lavori esposti in mostra e come sottolinea lo stesso Quaroni: “…Diversamente dai pittori immersi in una dimensione di pura soggettività, l’artista siciliano sceglie di aprirsi ad un confronto serrato, talvolta difficile, con la vita. La sua è, a tutti gli effetti, una pittura oggettiva, ma nondimeno partecipe, che adotta la geometria come filtro, come lente attraverso cui elaborare le immagini e dunque le idee. I suoi quadri sono costruiti tramite la sovrapposizione di stencil, che a loro volta, non sono altro che moduli geometrici complessi. La stratificazione pittorica dei suoi dipinti, ottenuta con l’addensamento di linee, corrisponde ad una procedura manuale che ha l’incedere di un mantra, di una ripetizione estatica che, proprio nell’atto di ricostruire la realtà, trova il modo di distaccarsene. Il modus operandi di Crazyone ha, infatti, qualcosa di ipnotico e insieme di analitico…”.





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