Osserviamo i suoi collages materiali e ascoltiamo della musica. Non per forza quella elettronica che produce oggi, bensi quella piu cruda e spigolosa che lo ha incantato nei primi anni novanta. Su uno dei suoi collages dal titolo "1993-1996" li possiamo vedere: Dee Dee Ramone e Sid Vicious…foto di punk leggendari su cui Sanna ci ha dipinto sopra con colori forti e accesi. Con un cavo jack ha formato il corpo di un basso, tirato quattro corde e pronto e‘ il selvaggio omaggio alla propria giovinezza.
Sanna e‘ sempre stato un musicista: il punk e il grunge di Seattle sono stati i primi „marchi a fuoco“. Sex Pistols, Ramones e Nirvana. Lo spirito del punk, l’amore per il crudo, per l'incompleto, per il do it yourself, e’ nascosto anche nei suoi quadri. Anche l'antiaccademia e la semplice voglia di sbraitare arte con propri accordi e pennellate selvagge con colori a volte spatolati e a volte gettati su tela. Sempre con la voglia di creare del nuovo!
Non sempre sui suoi quadri affiorano musicisti o bands. Anche altre tematiche trovano spazio sulle sue tele: a volte una fuga, che ricorda Cuba, a volte vagoni di treni o macchinine e a volte fotografie elaborate che rappresentato i luoghi della sua cara terra: la Sardegna.
L'arte e‘ naturalmente anche un rischio proprio quando e‘ ancora giovane e pura. E‘ la fortuna dell' autodidatta, quello di non doversi occupare dello state of the art, di trends e delle mode. E‘ anche prorio per questo che i collages di Fabrizio sono senza tempo nonostante gli elementi usati provengono dall’ oggi.
“Ogni momento era buono per imbracciare il basso ed esprimere gli istinti e la spensieratezza della nostra giovinezza”cosi ricorda Sanna.
La spensieratezza sta anche alla base della sua arte. Spesso incolla carte da gioco sulle sue tele, carte italiane di grande valore simbolico. Mi ricorda
la giovinezza in Sardegna quando si giocava con gli amici.
Le carte rappresentano il mondo del gioco, quello invitante e misterioso. L' homo ludens, l'uomo come essere caratterizzato da una naturale tendenza al gioco, al riso, al divertimento, e´, filosoficamente contemplato, come colui che si oppone al mondo del funzionale e sviluppa le sue capacita nel gioco. Friedrich Schiller ha detto: „l'uomo e´completamente uomo soltanto quando gioca“
Nei tardi anni sessanta il sociologo Herbert Marcuse descrive il gioco come il momento in cui veramente l'uomo realizza la propria libertà: nel gioco l'uomo crea le regole, non trova regole create da altri e non è succube della cosa, delle cose esterne, dell'oggettività, della cosalità o della naturalità. Le opere di Fabrizio Sanna rappresentano la continua ricerca artistica di nuovi spazi liberi come un umana elaborazione
di proprie regole di gioco.
Non solo carte, tasselli da domino e oggetti del mondo musicale come dischi in vinile, elementi elettronici o anche braccia di giradischi affiorano nei quadri di Sanna. A volte anche figure in plastica di poliziotti che incorporano il mondo opposto a quello del gioco. Contempliamo questi quadri come un campo da gioco dove energia e forza spaziano libere. Un campo dove oltre alle forme e ai colori, circolano assieme i sistemi e i concetti di vita.
Marc Peschke, storico dell'arte, giornalista
www.marcpeschke.de





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