La pittura di Ottone Rosai
Testi critici, Cuneo, 17 December 2011
L'Arte di Ottone Rosai si definisce probabilmente con la sua appartenenza assoluta alla visione masaccesca dello stile.
Sebbene i modi austeri di molte sue vedute diano prova di una radicata metafisica, sia nel punto di osservazione che nella scelta degli elementi principali, certamente sono rintracciabili nella sua opera le valenze magnifiche di un arte essenziale e pura, come pochissimi altri suoi contemporanei hanno saputo esprimere.
L'opera al vaglio si intitola "Strada in salita" ed appartiene al periodo tardo dell'artista (1956). Negli anni '50 la pittura si affina e libera dalle ostentazioni e dalla mera raffigurazione, per avvicinarsi ad una perfetta sintesi d'espressione spirituale e lirica. La presenza di un muro torto bianco che fa da parapetto per uno stuolo di alberi cupi e solenni con verdi roboanti ed eterni, candelabri di un altare dedicato alla celebrazione della natura ispiratrice dei grandi fiorentini, crea un effetto accogliente e respingente al contempo, sospingendo l'osservatore verso l'ignoto sul lato nascosto della cancellata. Ecco una quasi banale inferriata divenire con questo blu incandescente, quasi viola, un rilievo decorativo sublime. La strada idealmente fangosa pare un fiume in piena, costretto in argini delineati a seguire una traccia obbligata. L'albero maggiore tenta di sporgersi oltre la barriera edificata dall'uomo per dialogare con il cespuglio vincolato in un piccolo ambiente da una struttura artificiale, in un vano afflato affannoso. La struttura della materia pittorica scrive graffianti venature di colori contrastati e nella convergenza del muro con la strada, il nero freddo esala una drammatica nota personale sommersa.
Alle spalle di due cipressi frizzanti, ramaglie dorate conferiscono alla composizione una insolita atmosfera lussurreggiante, come pure un richiamo al dettame tipico del linguaggio espressionista. Il cielo è limpido, di un azzurro pacato che richiama l'Angelico del Miracolo del Veliero.
Insomma, luci e ombre originano il dipinto di Rosai, con le increspature ritmiche del pennello che non concedono molto all'ornamento, assicurando tuttavia quella gravità propria dei grandi artisti. La sua personale ricerca su brani paesistici cittadini delinea un modello centrale della pittura italiana della prima metà del novecento, grazie agli intensi rapporti tra la sua natura verace e gli impulsi culturali di un'umanità sconvolta dai momenti terribili delle guerre, nel perseguimento di una frontalità che tende a nascondersi, al fine di ritrovare i valori più sinceri della tradizione italiana moderna.

Commenti 0

Inserisci commento

E' necessario effettuare il login o iscriversi per inserire il commento Login