CLAUDIO CUOMO
Mostre, Salerno, 30 August 2012
CASTELLABATEarte


LA CULTURA DEL GUSTO INCONTRA IL GUSTO DELLA CULTURA
UN ARTISTA ALLA VOLTA







CLAUDIO CUOMO
E LA SUA CARTAPESTA




ANALISI CRITICA
RINO MELE













DOMENICA 16 SETTEMBRE 2012 ORE 21:00 - VIA DUOMO CASTELLABATE (SA) - PRESSO IL CHIOSTRO VINERIA
RINO MELE PARLERÀ DELL' OPERA DI CLAUDIO CUOMO.


la cultura del gusto
incontra
il gusto della cultura
Via Duomo Castellabate (SA)
30 Agosto/16 settembre 2012
CASTELLABATEarte
UN ARTISTA ALLA VOLTA
In collaborazione con:
ingresso libero ORE 18.00 - 24,00
il Chiostro
vineria
castellabate
Una passione. Forte, indomita ma con una riserva:
“questo non è un lavoro che adesso mi dà da vivere,
però sono sempre stato pronto all'evenienza. Ho fatto
tanti lavori: benzinaio notturno, postino, restauratore
nelle chiese, verificatore di appartamenti abusivi,
docente in una scuola trentina. Mi sono provato,
confrontato. E considero un lusso quello di potermi
dedicare a qualcosa che farei inevitabilmente da un
ritorno economico”.
E cosa riserva il futuro? “Negli ultimi anni mi sto
proponendo, tirando fuori dai cassetti quello che ho
visto alle fermate del tram”. Dopo la mostra con
Giannini e un'esposizione (ancora in corso) al Caffè
dell'epoca in piazza Bellini (con dipinti e un Petrucciani
pronto a suonare una sinfonia al piano del ritrovo), c'è
una terza esposizione in arrivo. Sul cinema. “Ho un
contatto con il Sannio Film Festival. Sto pensando di
realizzare dei personaggi storici affrontati dalla
filmografia napoletana: dalla Fonseca del “Resto di
niente” al Caccioppoli di “Morte di un matematico
napoletano”, dal Rosi di “Le mani sulla città” a Nanni
Loy con i suoi personaggi grotteschi e di dubbia
moralità”.
ASPETTANDOILTRAM
di Marco Prato
via Duomo
info@ilchiostrovineria.it
Castellabate (Sa)
www.ilchiostrovineria.it
Tel/Fax 0974 967439 - 393 4726790
la mostra sarà visitabile fino al 16 settembre 2012
e la sua cartapesta
CLAUDIO CUOMO
Entrare nel suo studio (in via San Nicola al Nilo
5/c nella Napoli antica) è quasi come entrare
in una favola. Tra Don Chisciotte, miti del
cinema e personaggi che si incontrano per strada.
Claudio Cuomo trasforma la quotidianità e il mito in
tridimensionalità, lavorando la cartapesta. Una frase
affissa sul muro del suo laboratorio indica le sue scelte
d'artista: “Come faccio a spiegare a mia moglie che
quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?”.
Perché, svela “il mio lavoro non avviene nei luoghi
addetti, ma ovunque. Spesso in bici quando percorro il
tragitto da casa al laboratorio o quando aspetto il tram”.
Nella sua opera ci sono ci sono personaggi alienati,
riconducibili alla vita comune, all'uomo, ai problemi
esistenziali. Ma anche il cinema di Murnau o Bergman.
“A queste figure guardo con attenzione. Nel mio lavoro
non scarto niente. Faccio un'opera di riciclaggio, forse
anche per questo la carta ha un peso simbolico”.
Nato con il fuoco della passione. “Non ricordo un
momento della mia vita in cui le mie mani non sono
state collegate con cuore e mente -spiega l'artista, e
continua- Sono sempre stato votato a un'azione
creativa che tendesse a comunicare”. Quando, da
ragazzino, tracciava disegni sui fogli per “vedere
l'effetto che questi provocavano sulle persone”.
Un legame vivo con l'infanzia ancora oggi: “mi
affascinano moltissimo sono i disegni dei bambini. Alle
pareti dello studio ne ho alcuni, presi ai figli di cugine e
amiche. Sono fonte di ispirazione”. Perché una nota
ricorrente nel suo lavoro è l'ispirarsi a temi o a lavori già
esistenti, come nel caso della mostra (appena
conclusasi) del fotografo Guido Giannini. “Vedendo i
suoi lavori mi è venuto spontaneo riprodurli in
TRAVITAECINEMA
CUOREEMENTE
OCCHIDABAMBINO
cartapesta. Rapportare il
disegno tridimensionale
alla fotografia. In quelli
scatti ho trovato soggetti
già comuni nella mia
produzione. Soggetti
romantici, come i l
barbone o la donna col
violino”. Cartapesta e
fotografia unite nello
s t e s s o s e g n o :
“comunicare qualcosa che
vada oltre l'immagine
stereotipata dei soggetti
stessi. Guido fa delle foto
che apparentemente sembrano semplici, ma non è così.
Se guardiamo bene la foto del barbone che dorme in
strada, noteremo l'insegna di un hotel. Questo modo di
giocare, questa riflessione, quest'attimo che Guido
coglie intimamente, cerco di convertirlo in cartapesta”.
Un bisogno quasi fisico: “Guardando le foto m'è venuta
spontanea l'esigenza di portarle su un altro supporto
cartaceo”.
Studi mai messi in pratica, oreficeria e incisione. Al liceo
artistico di Torre del Greco perché “era vicino casa. Io
sono di Portici”.
Poi, l'Accademia di belle arti di Napoli e un incontro
fortunato, Ninì Sgambati. “Una grande personalità
artistica. Abilissimo nel trarre dai suoi allievi le
potenzialità. Il suo laboratorio è particolare, perché
cerca sempre di portare l'accademia fuori dalle mura,
con linguaggi espressivi molteplici”. Ed è così che
Cuomo comincia a sperimentare, provare, lavorando
con diversi materiali. “Filo di ferro, gessi, cartoni.
Cominciai a recuperare per strada materiali di riciclo.
Alla cartapesta sono arrivato in modo assolutamente
naturale”.
CARTAPESTAEFOTOGRAFIA

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