Inaugura venerdì 19 giugno alle 18.30 (fino al 19 luglio) la mostra 1/0/100000, a cura di Daniele De Luigi, presso Palazzo Casotti, in piazza Casotti a Reggio Emilia.Daniele De Luigi è tra i quattro vincitori della prima edizione del Concorso per giovani curatori e critici d’arte A cura di..., promosso e realizzato dall’Ufficio Giovani d’Arte del Comune di Modena su tutto il territorio regionale. A cura di... rientra nell’Accordo di Programma triennale GECO – Giovani Evoluti e Consapevoli, che vede come partner il Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Assessorato Cultura, Sport e Progetto Giovani della Regione Emilia-Romagna, gli Enti locali che collaborano all'interno del GA/ER - Coordinamento Giovani Artisti dell’Emilia-Romagna e con il Patrocinio dell'Assessorato Città Storica del Comune di Reggio Emilia.Una Commissione costituita da Angela Vettese, Direttrice della Galleria Civica di Modena e da Roberto Daolio, Critico d'Arte e Docente dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, ha selezionato tra i 20 concorrenti emiliano-romagnoli quattro curatori di Modena, Reggio Emilia e Bologna. 1/0/100000 rappresenta il quarto e ultimo progetto, in ordine di tempo ad essere realizzato.
Il tradizionale concetto di identità personale si sta sgretolando lentamente, minato da più parti. Proprio oggi che nell’ambito delle scienze sociali si moltiplicano ovunque questioni identitarie di vario segno, esso viene ritenuto addirittura obsoleto e svuotato di significato da alcuni pensatori. E tuttavia, nonostante la risposta sia sempre più indeterminata, la domanda resta ineludibile, e non può certamente prescindere dalla considerazione del corpo, a cui tutti quei concetti si aggrappano e che è l’unica realtà concreta, osservabile, indiscutibilmente presente: è a partire dalla sua immagine e dalle sue percezioni che stabiliamo una relazione tra persona e corpo umano.L’arte, dal canto suo, si mostra perfettamente consapevole dell’impossibilità di far coincidere l’identità personale dell’uomo con una sua raffigurazione unitaria e risolta. «Il corpo oggi non sembra più l’unica delimitazione di se stesso. Che ne è della nozione di identità, di fronte a un corpo di cui distinguiamo sempre meno i contorni?».
Il progetto espositivo si sviluppa sul complesso rapporto che intercorre tra identità personale e rappresentazione della figura umana. Quale immagine mentale corrisponde a quella visiva? Cosa vediamo oltre la mera corporeità? I tre giovani artisti selezionati affrontano questo tema muovendo da diversi presupposti e attraverso differenti percorsi. Diego Parolini, con una serie di fotografie e un’installazione video, ci mette di fronte all’inquietante presenza di un’ombra umana la cui identità è indistinguibile, e che si trasforma, da reale, in una proiezione del nostro immaginario. Il video di Diego Zuelli, realizzato in computergrafica tridimensionale, ha come protagonista un uomo di cui seguiamo le vicende attendendo una soluzione, ma che scopriamo invece imprigionato in una ripetizione casuale all’infinito degli stessi episodi, in cui si annullano la continuità temporale e la causalità logica degli eventi. Ilaria Zanicchi ha prodotto nei tre mesi precedenti la mostra una serie di autoscatti con i quali, grazie ai movimenti di camera, ha dato vita a personaggi casuali dall’identità imprevedibile.




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