Ricordiamo che MAD promuove dal 2005 iniziative che si rivolgono ad un pubblico vario, coinvolgendo diversi linguaggi artistici, nel tentativo di avvicinare e sensibilizzare all’arte contemporanea.
Continua l’operazione di MAD di portare l’arte in luoghi non tradizionali per essa, non adibiti istituzionalmente ad accoglierla e caricare così gli spazi di potente tensione, di sospensioni tangibili della creatività contemporanea, MAD a Firenze, nel cuore di una città avvolta dalla storia e dall’arte in perenne sinergia tra cielo ed Arno.
La prima esposizione è MADolcevita, la personale di pittura di Paulina Slebodzinska, inaugurata lo scorso 10 luglio nella suggestiva location in Piazza del Carmine nello spazio espositivo de La Dolce Vita. Le 18 tele dell’artista saranno in esposizione fino al 10 agosto.
La seconda esposizione inaugurata venerdì 7 agosto è una personale di Daniele Frisina, nel locale Artegaia in Via Faentina, 1 (Ponte alla Badia) a Fiesole (FI).
Il giovane artista pontino esporrà oltre dieci opere che rappresenteranno il suo percorso creativo con due inediti, Attention please e Dorian Gray. Tornano i temi tipici della pittura di Daniele: omini stilizzati che si raccolgono intorno ad un cuore o si riparano sotto un ombrello, quasi a voler contenere, entro le linee nere, le emozioni della vita che inevitabilmente esplodono attraverso colori e forme. Ogni quadro sarà corredato da una sintetica descrizione/interpretazione, a guisa di arricchimento del titolo dell’opera, elaborata dalla giovane scrittrice Giulia Riccò. Le opere, dal formato per lo più 80x60 e 70x50, saranno in mostra fino al 23 settembre 2009.
“(…), i lavori di Daniele Frisina, classe 1980, come afferma in un testo critico la storica e critica dell’arte Silvia Sfrecola Romani, ti catturano con la loro immediatezza che non è mai spontaneità quanto piuttosto schiettezza esecutiva perché ogni singolo particolare, prima di essere dipinto, viene attentamente e meticolosamente valutato. Allievo di Giuliana Bocconcello, da cui ha mutuato una ricerca espressiva emotivamente autentica, Daniele però è un fumettista della miglior specie, poco istintivo, ma ineccepibile e perfezionista, che prepara minuziosamente ogni lavoro, su carta, al computer, quindi su tela. Ma è al colore che Daniele affida la sua emozionalità più autentica e per certi versi nascosta, sebbene continuamente in lotta con quelle linee nere, così spesse, che cercano di chiudere, comprimere, contenere uno slancio emotivo autentico e passionale.
Se li hai visti una volta, i suoi lavori, te li ricordi: i suoi omini iconicamente inespressivi, eppure teneramente malinconici, hanno occhi spalancati ma sono privi di bocca, braccia o gambe perché nessuna possibilità viene data all’esterno di entrare in comunicazione; ad individuarli è quella linea continua, spessa, grossa e nera, che come un serpente trattiene perfidamente tra le sue spire colori forti, la cui carica simbolico-espressiva, pare non essere affatto disposta a cedere. Daniele dosa e valuta rigorosamente anche i colori (il verde è ambiguità, il magenta è calore-bontà, il giallo tensione, il blu assenza) perché niente va ‘spiattellato’ sulla tela senza una rigorosa pre-selezione.
E’ come se Daniele avesse messo a punto un suo sistema simbolico, quasi una segnaletica estetico-espressiva, inconfutabile e rassicurante come un semaforo (della serie rosso stop, verde vai). Apparentemente facile, in realtà il suo è un lavoro complicato, ermeticamente serrato, che lascia poco spazio all’interpretazione perché lui cerca di controllare ogni dettaglio, dal più piccolo al più grande. E a chi guarda non resta che adeguarsi al suo codice semantico, rispettandolo”.











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