Lo storico e critico dell’arte Paolo Portoghesi, che ha sempre guardato con ammirazione la produzione dell’artista, e ha scritto su di lui in varie occasioni, commenta: “Andreocci utilizza la figurazione - e quindi la sua straordinaria capacità tecnica - in una direzione che è opposta al concepimento per i risultati “gradevoli” del proprio fare. Figurare, imitare, rappresentare sono per lui un modo per interrogarsi sul significato e sul valore - nel nostro mondo dominato dall'informazione e dalle immagini - di quell' istitntivo e “naturale” atteggiarsi della mano per fissare nella materia il ricordo e la pregnanza della percezione visiva. Nell'era della informazione il dato percettivo, visivo o sonoro che sia, può essere” registrato” in mille modi con diversa efficacia e diverso grado di astrazione.
Chi possiede l'istinto della rappresentazione e la competenza tecnica sufficiente - sembra volerci dire con le sue opere grafiche e pittoriche - deve reagire all'universo della facilità, della disponibilità immediata dei più straordinari ordigni tecnologici e applicarsi con distacco scientifico a sperimentare, a far reagire tra loro, come farebbe un chimico nel suo laboratorio, tecniche e immagini con voce sommessa, senza pretendere di raggiungere risultati definitivi.
Si conferma così la complementarità tra l'atteggiamento concettuale e la prassi figurativa.
Nei disegni a matita è la perfezione “meccanica”, l'atta definizione, la nitidezza e la forza astraente del bianco e nero che interessano il pittore e lo spingono a sfidare con i suoi mezzi artigianali il prodotto della macchina; nelle tele dipinte, al contrario, è la sparizione del contorno lineare, la “sfocatura”, il carattere indefinito e acquoso di certe immagini fotografiche, la loro immaterialità, che stimola l'immaginazione a descrivere un mondo senza dettagli, fatto di impressioni cromatiche e di grovigli di luce.
Sembra che l'artista voglia raccontarci la natura vista da occhi diversi dai nostri, occhi meno attenti ad analizzare ed a conoscere razionalmente, occhi di esseri viventi immersi però nell'equilibrio di un ecosisistema”.
Vernissage: domenica 16 marzo ore 19,00.
Chiusura mostra: 19 aprile 2014
A cura di: Fabio D’Achille
Sede: Libreria “Feltrinelli”, via A. Diaz 10, Latina
Orari:
Lunedì 13,00 – 20,30 Martedì – Sabato 09.30 – 20,30 Domenica 10,00/13,30 – 16,30/20,30
Ingresso libero
Info: 393.1860376 – eventi@madarte.it www.madarte.it





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