Come in Primi passi sulla luna e in tutti gli spettacoli che seguiranno, il pubblico potrà dare un voto agli attori e alla rappresentazione, in modo che lo spettacolo più votato verrà riproposto durante la prossima stagione teatrale. Al termine dell’esibizione sarà offerto un buffet al pubblico.
In An Oak Tree l’attore è ogni sera diverso, nonché ignaro della storia e delle battute che interpreterà: riceve il copione solo durante la messinscena, senza istruzioni registiche o informazioni. È in fondo la storia della continua metamorfosi della vita nell’arte e viceversa, di elementi personali nel meccanismo dell’arte, tra momenti di grande pathos e lampi di humour nero, a seconda
degli interpreti e delle loro reazioni. Il testo non è solo un eccezionale meccanismo teatrale, ma anche il racconto di una vicenda che gli spettatori e l'attore ospite scopriranno insieme. Una prova d’improvvisazione dunque, in cui la sperimentazione è protagonista, al pari dell’arte di Andrea Forlenza.
“Andrea, vent’anni, street - artist con un talento artistico già ampiamente sviluppato e uno stile immediatamente riconoscibile come un tag (firma) grazie ad elementi ricorrenti nelle sue opere, anche piante e uccelli stilizzati, che rivelano una passione per il mondo della natura nata da bambino e sviluppatasi nel tempo. Questo non significa ripetitività, al contrario Andrea (Ark8) si esprime attraverso una ricerca ed una sperimentazione continua: all’inizio del suo percorso utilizza il linguaggio della grafica, dove la linea di contorno prevale sul colore, che è relegato a semplice mezzo di riempimento; successivamente passa a disegnare su legno, per sperimentare nuovi giochi cromatici e riportarli sui suoi lavori attuali. Ed è proprio il colore che caratterizza pienamente la sua opera. Da cromie ricorrenti che rivelano la sua passione per la cultura africana, come il giallo (oro rubato agli indigeni dall’Occidente), il verde (colore che richiama la terra), il rosso (sangue versato dai popoli del continente africano per opera della distruzione e violenza dell’uomo bianco) e il nero (l’uomo), l’artista inserisce altri colori come il grigio, l’arancione, il rosa.
Lo pseudonimo Ark8 rivela il suo amore per i giochi di parole, l’ironia, il gioco, un po’ come i Dada e i Surrealisti, ma in un linguaggio legato alla contemporaneità, alla tecnologia e alla critica della produzione seriale che si esplica nei suoi adesivi disegnati come quadri. In questo modo un oggetto tradizionalmente prodotto secondo le leggi dell’industria viene trasformato in arte, in qualcosa di unico e di irripetibile, dove anche il caso ricopre un ruolo importante: chi sarebbe capace di riprodurre i suoi “schizzi” di colore? Da qui nasce la sua predilezione per materiali d’uso quotidiano come cassetti, residui di mobili, mattonelle, che trova abbandonati e raccoglie per dipingerci sopra, cercando di sottrarli al deterioramento cui sarebbero altrimenti destinati. Una sorta di sfida che mira ad una rinascita, alla creazione di un mondo che non esisteva e che l’artista immagina, sviluppa, arreda, come un bambino con una scatola di costruzioni; gioco sì, ma anche critica costruttiva: nell’utilizzo di materiali trovati per strada, gettati perché considerati non più utili e nel dipingerli con gli accesi toni africani, non è forse ravvisabile una volontà di far rinascere ciò che l’uomo occidentale ha sfruttato, violentato, per poi abbandonarlo al proprio destino?
Passione per la natura abbiamo accennato sopra, e in particolare amore e attaccamento ai paesaggi del territorio pontino, a lui intimamente legati. Le sagome nere e piatte disegnate con lo spray denotano un’universalità che trascende l’oggetto specifico, non siamo cioè davanti alla riproduzione fedele di un paesaggio, ma all’esteriorizzazione di emozioni, alla liberazione del sé.
L’arte come gioco dunque, ma un gioco che nasce dalla consapevolezza delle proprietà dei colori e dei materiali, appresa frequentando il liceo scientifico biologico e che, attraverso una sperimentazione continua, si unisce alla passione per la creazione dando vita sempre a nuovi risultati, riuscendo a coinvolgerci e a far tornare un po’ bambini anche noi”.
(Laura Cianfarani)
VERNISSAGE MOSTRA: venerdì 9 dicembre ore 20.00 ORARI SPETTACOLO TEATRALE: venerdì 9 dicembre ore 21.00 – venerdì 16 dicembre ore 21.00
SEDE EVENTI: Teatro Spaziozeronove, via delle Regioni 10, Cisterna di Latina
APERTURA MOSTRA: dal giovedì alla domenica dalle 18.00 alle 20.00. Fino all’8 gennaio. Ingresso libero
CURATORE: Fabio D'Achille
INFO: 393.3242424 - eventi@madarte.it (mostra Andrea Forlenza);
393.9935271/338.5479452 - spaziozeronove@libero.it (spettacolo teatrale)









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