Espongono i fotografi Giorgio Calderan, Francesco Canzoniero, Bruno Lomasto e Antonio Spirito.
Sede espositiva: "Bacco e Venere", di Dario Mattisi e Ilaria Cardosi, via R. Giuliani, 12 - 04100 Latina
Orari: tutti i giorni eccetto la domenica dalle 20,00 alle 24,00. Ingresso libero.
Curatore: Fabio D'Achille
Testo critico e presentazione: Dott.ssa Francesca Piovan, critica e storica dell'arte.
"Fotografare l’amore equivale a tramandare all’altrui visione e conoscenza le mille e più sfaccettature di un soggetto astratto e bloccarne l’essenza in un attimo che diverrà eterno. Fotografare l’amore è come fotografare un uragano, corrergli incontro nel suo movimento crescente, ma anche nel suo stanco affievolirsi, immortalare la sua bellezza selvaggia, senza tempo e senza età, il suo aleatorio mutare, calarsi consciamente nei suoi imprevedibili effetti, assordanti o silenziosi.
Ma fotografare le conseguenze dell’amore significa viaggiare nella dimensione circostante con occhi nuovi, assetati e mai paghi, alla ricerca dell’effetto causato e concatenato alla parola Amore.
Le istantanee di Francesco, Bruno, Antonio e Giorgio, aldilà delle lecite differenze percettive, compiono inconsciamente il medesimo percorso emozionale: un itinerario tra il colore rosso del sentimento e il grigio che sovente lo sovrasta togliendogli il respiro, quando questo, l’amore, vorrebbe invece dipingere il mondo come un carnevale; un’esplorazione alla ricerca del candore di coloro che imparano a sorridere per la prima volta e di chi, al contrario, i propri sorrisi li ha chiusi tra labbra serrate, un viaggio tra ciglia che incorniciano sguardi d’indifferenza o che accompagnano sereni giochi di complicità.
L’effetto dell’amore, nelle sue infinite manifestazioni, avvicina due ombre dissolvendone i contorni e allontana due corpi le cui spalle divengono mura fortificate, può portare ad un’inesorabile solitudine dove un’assenza pesante assume la forma di una sedia vuota, ed ancora può essere costellato da aspettative sublimi e falsate di un amore di carta consumato in fretta, distrattamente come un caffè senza sapore. Può assumere le movenze dolci e sensuali di un passo a due, può far riempire una valigia e partire, ora allontanandosi, divenendo quindi fuga, ora avvicinare due esseri, divenendo traguardo, arrivo, conquista.
Impressionare materialmente l’amore e tutto ciò che ad esso è relazionato, equivale a tradurre in immagini, certezze solide come la carne, sospiri di desiderio, sensazioni palpitanti, conclusioni nostalgiche ed inquietudini mal celate e scevre da luoghi comuni.
Le fotografie di Francesco, Bruno, Antonio e Giorgio vanno ascoltate con la pancia e intese con il cuore, aldilà della rapida sintesi visiva. Incitano palesemente a lasciare che l’essere venga coinvolto in una fitta trama, trepidante ed emozionale, tra ciò che viviamo consapevolmente e ciò che inevitabilmente tale sentimento porta a vivere".
Francesca Piovan









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