“Memorie: nome plurale femminile”
Mostre, Roma, 15 October 2011
Partecipano: Laura Scarpa, Chiara Scategni, Eva Tomei, Eleonora Scoti Pecora, Marta Mancini, Maria Pia Picozza, Nikky, Ebe Petronio.

Dal 15 ottobre al 10 novembre 2011 si svolgerà al Brancaleone, la mostra collettiva “Memorie: nome plurale femminile”. Nove artiste si interrogano sul loro rapporto con la memoria: ne scaturisce un racconto a più voci, che attinge a trame collettive ma ricorre anche ad esperienze personali e intime. A fare da madrina al progetto, curato da Sarah Di Nella, è l'illustratrice Laura Scarpa.
Le memorie di vita sono un tessuto cangiante: un’esperienza vissuta insieme può essere ricordata da ognuno in modo diverso. La memoria è di parte, ed è parziale. Lascia segni tangibili anche quando ci sfugge. Il colore della pelle, ad esempio. Reminiscenza genetica di una genealogia ignota. E la ricerca della memoria non è solo quella del “tempo perduto” indagando un io che non c'è più; è una domanda che assume una dimensione collettiva, perché chiede anche com'eri tu, quando io non c'ero. Raccontarsi diventa inevitabilmente anche un rappresentarsi.
“Memorie: nome plurale femminile” si propone di indagare la peculiarità del senso e del ruolo della memoria oggi, mentre lo sgretolamento del contesto sociale tende a rinchiudere il nostro tempo comune dentro gabbie “a progetto”. La memoria al tempo della crisi parla al singolare, segue linee verticali, sfugge il tempo lungo e orizzontale dei percorsi collettivi.
Qualche anno fa, così rifletteva la scrittrice e filosofa Hélène Cixous a proposito dell'ondata di suicidi tra i lavoratori dell'azienda France Télécom: “La solidarietà non esiste più. Sappiamo che i sindacati non sono più abbastanza forti, né in grado di proteggere i lavoratori. La rottura dei legami sociali e l’isolamento servono ad azzerare i raggruppamenti auto-difensivi di una volta. All'epoca dei Tempi moderni di Charlie Chaplin, gli oppressi avevano la possibilità di organizzarsi. In che modo, dunque, la dissoluzione di alcune forme di organizzazione e di lotta sociale ha trasformato la nostra memoria? Che fine fa il passato, quando viene meno il futuro? Che effetto ha la paura sui nostri ricordi?
Goliarda Sapienza, a proposito dei ricordi e delle loro beffe, parlava di “autobiografia delle contraddizioni”. Con una buona dose di ironia, Nikky – che si definisce una “ricercatrice” - gioca con queste trappole e classifica come reperti di polizia gli oggetti della vita quotidiana consegnati dal passato. Rovescia il contenuto serbato dai tesori dell'infanzia. O la propria urina, impressa nella lettiera, annata 2007. La scommessa è che, come i sassolini di Pollicino, alcune tracce/scorie possano guidarci verso un io remoto. Un invito al viaggio in cui la fantasia impera.
Dalle reminiscenze proustiane evocate dalle fotografie di Eva Tomei ai casi di cronaca rivisitati dalla pittrice Marta Mancini, la memoria degli altri – sia essa immaginaria o traumatica – una volta finita sulla carta stampata diventa “di massa”. Il racconto del vissuto di un individuo, di finzione o meno, diventa di tutti, ma solo per procura. In fondo, se le memorie “non sono altro che dei muri crollati, dei pezzi di ombre”, come affermava Marguerite Yourcenar, possono fare da fondamenta ad una rinnovata mitologia.
Alcune delle artiste che partecipano alla mostra hanno provato a catturare direttamente il reale, riducendo il più possibile i filtri, le elaborazioni. Il risultato è un “instant view” della memoria, raccolto nel momento in cui si forma. È il caso di Chiara Scategni che, con i suoi scatti, indaga la solitudine dei lavoratori immigrati. Isolati. Un appartamento a Roma, una decina di abitanti, tutti uomini. E la vita rischia di diventare un altrove. Non il ricordo del tempo che fu ma di un possibile che non verrà realizzato. Lo stesso trasuda dagli edifici e dai volti segnati dal terremoto di L'Aquila e carpite dalla macchina di Claudia Pajewski. Offrono il racconto in corso d'opera, e spesso non è rassicurante.
Del resto, per maneggiare questa strana materia bisogna sporcarsi le mani. Emozioni e sentimenti lasciano brutte cicatrici, o bellissime; ma lasciano sempre qualcosa. Nel video della fotografa Eleonora Scoti Pecora, la sofferenza causata dalla scomparsa della madre risalta dalle immagini che registrano l'irrilevanza di quello che rimane. I vuoti invadono lo spazio. Forse è proprio per iscriversi in una temporalità più ampia di quella umana, che Ebe Petronio ha scelto di affidare ai paesaggi della campagna romana le sue “sedimentazioni di memoria”, schegge soggettive che ritmano le grandi tele lavorate ad acrilico. La scultrice Maria Pia Picozza si pone sullo stesso crinale. Con un cortocircuito temporale, nei corpi di uomini e animali alcuni arti diventano giganteschi, plasmati dall'esperienza comune: la memoria diventa matrice mitologica. Le forme di filo di ferro sospese sembrano scarabocchi che mutano nella nostra mente. Le sculture prendono il volo e affrontano a colpi di metafora i residui del vissuto.
“Memorie: nome plurale femminile” propone un'immersione nelle memorie di nove donne, un invito ad andare oltre le definizioni. Le esitazioni di Angela Davis, che nella sua “Autobiografia di una rivoluzionaria” sottolineava il proprio disagio ad essere sovraesposta, non fanno più parte di questa storia. “Mi pareva - scrive Davis – che parlare della mia vita, di quello che ho fatto e di quello che mi è accaduto, tradisse una volontà di distinguersi, la presunzione di essere diversa dalle altre donne - dalle altre donne Nere - e di avere perciò bisogno di spiegare me stessa [...] Le forze che hanno fatto della mia vita ciò che è, sono le stesse forze che hanno formato e deformato la vita di milioni di uomini e donne del mio popolo”.
Ma negli anni zero, in questo tempo che è stato raccontato come la fine della storia, la storia comune – e quella femminile in particolare - è stata sostituita con la finzione di un modello unico, vuoto, retrivo. Perciò falso. La memoria delle donne è invece complicata, profonda, ricca, sorprendente.

Per info: sarahdinella@gmail.com

Commenti 4

Barbara Ghisi
14 anni fa
Brava bellissimo evento. Un grande in bocca al lupo anche da parte mia Ebe. Brava
Giancarlo Caporali
14 anni fa
Un grande in bocca al lupo!!
Berga
14 anni fa
Berga Artista
Tanti Auguri per un sicuro successone!!! Lo meritate!!!
Associazione Roberta Smedili
14 anni fa
un grandissimo in bocca al lupo

Inserisci commento

E' necessario effettuare il login o iscriversi per inserire il commento Login