LA VESTE E' IL FOGLIAME DELL'UOMO CHE COPRE LA NUDITA' DEL SUO RESPIRO
Mostre, Roma, 17 October 2012
Lontani per formazione ed esperienze, Giancarlino Benedetti Corcos e Simona Morgantini sono invece vicinissimi in quanto accomunati da una grande vivacità espressiva che si traduce, per entrambi, sulla tela, in esplosioni pittoriche di grande vitalità cromatica. Un uso del colore che si integra nella ricerca iconografica e simbolica di Simona Morgantini e che diventa intreccio e costruzione di forme che giocano nello spazio nelle opere di Giancarlino.
L'opera dell'artista romano è una fusione poetica tra natura e sogno, due corpi, due nudità, una maschile, l'altra femminile, si mescolano al fogliame variopinto creando un equilibrio armonico.
Ispirato ai versi di Alda Merini, La veste è il fogliame dell'uomo che copre la nudità del suo respiro, il lavoro di Giancarlino è anche un omaggio a Laura Rosso; il sodalizio tra i due artisti, interrotto dalla recente scomparsa dell'artista, si sposa con l'idea di libertà, quella di spogliarsi dal condizionamento, dal pregiudizio.
Irriguardosi e insofferenti verso il sistema dell'arte che ingabbia e costringe a incasellare in gruppi i linguaggi e le personalità, Giancarlino e Laura hanno saputo, ciascuno con la propria poetica, librarsi in mondi gioiosi mai infantilmente banali, introducendo elementi di denuncia, giocando con le forme, i colori, le poesie, gli intensi testi teatrali.


Simona Morgantini, nella sua ricerca sui legame tra filosofie orientali e discipline scientifiche, si è imbattuta in sorprendenti nessi tra la fisica quantistica e l'esperienza meditativa. I risultati di analisi effettuate sull'amigdala conducono in modo inaspettato a ciò che alcuni maestri conoscono da tempo. Tradurre tutto ciò in messaggio e poi in sintesi visiva, significa per l'artista rappresentare il momento della piena ricettività del filosofo, del gimnosofista pronto ad accogliere ciò che non è solo benessere psicofisico, esperienza interiore, ma diventerà armonia e saggezza da trasmettere all'umanità che lo circonda. Nello spirito del sapiente che si denuda fino all'essenza, privando se stesso del giudizio su cosa sia da considerarsi brutto o bello, il protagonista del dipinto Pioggia di fiori su amigdala si lascia docilmente investire dall'energia e dall'emozione più ancestrali, alle quali si contrappone lo spazio oscuro, ma circoscritto, del vincolo e della costrizione.

I testi di Alda Merini e Laura Rosso accompagnano questo appuntamento: due gimnosofiste occidentali, che sono state capaci di tracciare un sentiero nella boscaglia della restrizione, un percorso impervio che conduce al pieno desiderio di esprimersi e raccontare attraverso la parola e l'arte visiva ciò che noi ancora fatichiamo a individuare come processo di consapevolezza e libertà interiore.
(Maria Arcidiacono)

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Commenti 1

Associazione Roberta Smedili
13 anni fa
un grande in bocca al lupo

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