L'opera dell'artista romano è una fusione poetica tra natura e sogno, due corpi, due nudità, una maschile, l'altra femminile, si mescolano al fogliame variopinto creando un equilibrio armonico.
Ispirato ai versi di Alda Merini, La veste è il fogliame dell'uomo che copre la nudità del suo respiro, il lavoro di Giancarlino è anche un omaggio a Laura Rosso; il sodalizio tra i due artisti, interrotto dalla recente scomparsa dell'artista, si sposa con l'idea di libertà, quella di spogliarsi dal condizionamento, dal pregiudizio.
Irriguardosi e insofferenti verso il sistema dell'arte che ingabbia e costringe a incasellare in gruppi i linguaggi e le personalità, Giancarlino e Laura hanno saputo, ciascuno con la propria poetica, librarsi in mondi gioiosi mai infantilmente banali, introducendo elementi di denuncia, giocando con le forme, i colori, le poesie, gli intensi testi teatrali.
Simona Morgantini, nella sua ricerca sui legame tra filosofie orientali e discipline scientifiche, si è imbattuta in sorprendenti nessi tra la fisica quantistica e l'esperienza meditativa. I risultati di analisi effettuate sull'amigdala conducono in modo inaspettato a ciò che alcuni maestri conoscono da tempo. Tradurre tutto ciò in messaggio e poi in sintesi visiva, significa per l'artista rappresentare il momento della piena ricettività del filosofo, del gimnosofista pronto ad accogliere ciò che non è solo benessere psicofisico, esperienza interiore, ma diventerà armonia e saggezza da trasmettere all'umanità che lo circonda. Nello spirito del sapiente che si denuda fino all'essenza, privando se stesso del giudizio su cosa sia da considerarsi brutto o bello, il protagonista del dipinto Pioggia di fiori su amigdala si lascia docilmente investire dall'energia e dall'emozione più ancestrali, alle quali si contrappone lo spazio oscuro, ma circoscritto, del vincolo e della costrizione.
I testi di Alda Merini e Laura Rosso accompagnano questo appuntamento: due gimnosofiste occidentali, che sono state capaci di tracciare un sentiero nella boscaglia della restrizione, un percorso impervio che conduce al pieno desiderio di esprimersi e raccontare attraverso la parola e l'arte visiva ciò che noi ancora fatichiamo a individuare come processo di consapevolezza e libertà interiore.
(Maria Arcidiacono)
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