Alessandro Maio La contemporaneità gestuale di Alessandro Maio, separandosi dalla materia come sostanza indifferenziata, si ricongiunge a essa nel riflesso delle idee, nella molteplicità spaziale e temporale dei corpi sensibili. Nel culmine di un’ascesa, di una visione tranquillamente attesa… l’arte sembra guidarlo all’intelligibile, attraverso forme concretamente intuibili che s’innalzano come doppio metafisico della realtà. Nella passione di un corpo che rivendica silenzi paralleli, le opere di Alessandro arrestano circoli in atto concentrici e intersecanti al moto dei cieli. In una miscela coloristica illusoria, l’originaria trasparenza delle cose si manifesta come parola cosmica, concetto mobile di polarità energetica. “I mondi compositivi” di Alessandro Maio dispiegano incessanti un dialogo tra gli uomini e gli elementi: “meccanica sovrumana di forze d’avvenire”. Felicia Lo Cicero (Filosofo e storico) Molto interessante, del resto .... «La novità nella pittura non consiste principalmente nel soggetto non più veduto, ma nella sua buona, e nuova disposizione, ed espressione, e così il soggetto dall’essere comune, e vecchio diviene singolare, e nuovo», Contemporaneo? Beh, non troppo, scritto del 1672 : G.P. Bellori, «L’Observations de Nicolas Poussin sur la peinture», in Vie de Poussin. La tua si identifica come arte contemporanea perchè si dissocia dalle canoniche tecniche e dai consueti approcci stilistici e soprattutto concettuali che abbia mai avuto modo di trovare, nella mia scarsa conoscenza dell'infinita arte concepita. Invece di augurarti di avere successo nel mercato ti auguro di poter proseguire questo tuo stupendo dialogo artistico con passione ed amore. E' ciò che più conta, ... se no, cosa resta? Alessandro Celli (Collezionista, Intellettuale, chiamato da Vittorio Sgarbi per scrivere un capitolo sul volume “Lo stato Dell’arte” Biennale di Venezia 2011)